Piano sanitario umbro: le minoranze contro accentramenti e privatizzazioni

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M5S ribadisce: “C’è l’intenzione di cancellare l’azienda ospedaliera di Terni”

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L’assesssore regionale alla Salute, Luca Coletto all’ospedale di Terni

“Ma quali smentite… Solo dichiarazioni informali del sindaco di Terni e alcuni onorevoli sul potenziamento dell’Ospedale di Terni”. Thomas De Luca, consigliere regionale M5S che ha lanciato l’allarme, sottolinea che nessuno ha detto che l’accorpamento delle due aziende ospedaliere umbre non si farà. “Tanto politichese, ma nessuna presa di posizione da parte della presidente Tesei e dell’assessore Coletto. La verità è che si lavora sottobanco, mentre c’è necessità di fare un discorso partecipato e condiviso” ha aggiunto De Luca.

A Perugia c’è stata una conferenza stampa congiunta dei gruppi di Minoranza in Regione (PD, Patto civico per l’Umbria, Misto, M5S) che aveva per oggetto la riforma del servizio sanitario umbro. Hanno chiesto per il nuovo piano sanitario regionale un utilizzo corretto e condiviso dei fondi governativi ed europei per il rafforzamento della sanità pubblica. Il contrasto ai percorsi che vanno verso la privatizzazione della sanità. Una sanità che sia di tutti e per tutti, rafforzando le strutture integrate con il territorio. Soprattutto le minoranze hanno chiesto partecipazione e condivisione di contenuti, scelte ed obiettivi con operatori sanitari, rappresentanti delle istituzioni e del mondo universitario. La pandemia ha infatti dimostrato che l’accentramento e la mancanza di presidi diffusi sul territorio mandano in difficoltà il sistema sanitario. E’ successo anche in quelle regioni che la giunta voleva prendere a modello per la privatizzazione. La gestione dell’emergenza da parte della giunta regionale ha invece portato l’accumulo di oltre 100.000 prestazioni sanitarie non erogate che sono da smaltire.

Per parte sua De Luca ha annunciato che il M5S chiederà “un approfondimento su quali siano state le modalità per erogare le risorse. Iin passato non c’è stata nessuna contrapposizione tra la realizzazione del Silvestrini e altri ospedali come quello di Branca o Pantalla. L’integrazione verticale danneggia il territorio. Mentre dimezzare poltrone, privilegi e costi permetterebbe di investire risorse nelle periferie dell’impero. Basta ospedali da campo, liste d’attesa infinite, discriminazioni territoriali. Su questo progetto d’integrazione noi ci siamo, oltre gli schieramenti e i campanilismi per il bene dell’Umbria. Non ci devono essere cittadini di Serie A e Serie Z – ha concluso De Luca – nell’orvietano i tempi di intervento del 118 superano nel 51% dei casi i 20 minuti. Questo determina aspettative di vita, per le patologie legate ad un soccorso tempestivo, molto differenti. E’ inaccettabile. I servizi vanno attivati attraverso tecnologie e collaborazione con l’Università. In Umbria invece vediamo l’accentramento verso strutture elefantiache che non fanno l’interesse di alcun territorio, intasando le strutture”.