Azienda sanitaria unica: smentite categoriche, ma per ora manca quella della Presidente Tesei

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Lega Latini Tesei
La presidente Tesei e il sindaco di Terni Latini

Un colpo di sole, secondo Raffaele Nevi deputato ternano di Forza Italia, la denuncia pubblica dell’M5S in merito ad una possibile cancellazione dello status di azienda ospedaliera per il polo sanitario ternano. A supporto della sua convinzione Nevi riferisce di  un colloquio avuto con la presidente della Regione Donatella Tesei, la quale gli avrebbe detto che non è così. Famo a fidasse, insomma.

Sicuramente è quel che fa il sindaco di Terni, Leonardo Latini, il quale smentisce un ridimensionamento dell’ospedale di Terni, anzi – dice Latini – “ho avuto molte assicurazioni che c’è la volontà di potenziare sia la struttura che le alte specializzazioni che fanno del Santa Maria un punto di riferimento anche al di fuori dei confini provinciali “.

Anche lui smentisce, ma i dubbi permangono. L’unica che potrebbe fugarli definitivamente è la stessa Tesei, però tace. Almeno per ora. Basterebbe invece una semplice affermazione da parte sua, una dichiarazione pubblica non un pour parler con amici e fiancheggiatori per chiudere la questione. Dirà qualcosa forse martedì 14 luglio, quando insieme al rettore dell’Università di Perugia andrà a compiere visita “pastorale” al Santa Maria della Misericordia, l’azienda ospedaliera di Perugia?

Nel frattempo va sgombrato il campo da un equivoco: l’ospedale ternano potrà anche essere potenziato o addirittura costruito ex novo – come dice il sindaco – ma ciò non implica che permanga lo status di azienda ospedaliera numero 2. Numero due, ovviamente, perché l’1 tocca sempre a chi sta più a nord, Ma quella specificazione – numero 2 – sta a significare comunque che c’è teoricamente una testa pensante anche per l’ospedale di Terni. E’ insomma un questione di potere decisionale, di bilancio indipendente da altre realtà, di entrate ed uscite legate alle prestazioni ad alta specializzazione e all’appeal fuori di regione; di “ingaggio” (brutto termine, ma rende l’idea) di medici e primari che portino esperienze illuminate, ricche o comunque di larghe vedute. E significa gestione dell’attività didattico-universitaria, la possibilità – anche a Terni – di assicurare insegnamenti, ricerca, sperimentazione.

La differenza non sta nel raddoppio delle unità chirurgiche per le ernie e le appendiciti, o per consentire un accorciamento delle liste di attesa che sarebbe certamente il benvenuto.

Per quale motivo, sennò, il pericolo di “accorpamento” si affaccia ciclicamente ormai da decenni? Perché a Terni è considerato – appunto – un pericolo? Perché in certi posti ci tengono tanto a questa azienda unica?

Accorpamento si sa, significa concentrazione dei centri decisionali in una sola sede. E quale sia questa sede pare chiaro a tutti.