Scuola, la Cgil denuncia i ritardi del Governo e quelli degli Enti Locali

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“Rispondere alla domanda “come riapriranno le scuole?”, a meno di un mese dalla ripresa delle attività didattiche, è ancora incredibilmente complicato” sostiene la Flc-Cgil, il sindacato di categoria dei “Lavoratori della Coscenza” . “Regnano il caos e l’incertezza. La sola cosa che sappiamo è che sarà gestita come un’emergenza una situazione che, al contrario, il Ministero ha avuto tutto il tempo e il modo di organizzare e panificare con provvedimenti seri e articolati. Evidentemente la scuola non è tra le priorità governative», ne deduce il sindacato. Il quale parla di interventi “chiesti da tempo dal sindacato” ed “accuratamente trascurati, a partire da quello sugli organici che, oltre a riconoscere dignità e diritti a chi lavora nella scuola da anni, avrebbe anche permesso un funzionale ampliamento degli spazi disponibili per la didattica”.

Ma, aggiunge la Flc, “La responsabilità della situazione non è però un’esclusiva del governo nazionale. La confusione generata dalla mancata chiarezza ministeriale rischia infatti di diventare un alibi anche per altri attori amministrativi, come gli enti locali, che in una fase in cui la ripresa della scuola in presenza è una priorità sociale, culturale, etica per il Paese, stanno affrontando con una certa inerzia il compito di provvedere all’edilizia scolastica, assegnato loro dal Titolo V della Costituzione».

«A soli 20 giorni dalla ripresa dell’attività didattica – denuncia l’organizzazione sindacale – dobbiamo infatti registrare forti ritardi nell’esecuzione dei lavori di edilizia leggera necessari per garantire la presenza degli studenti a scuola nel rispetto del distanziamento richiesto dal Protocollo di sicurezza. Basti pensare che nella provincia di Terni alcuni Comuni stanno completando gli interventi richiesti dalle scuole, altri prevedono di iniziarli la prossima settimana o addirittura ancora devono avviare le interlocuzioni con le scuole. Inerzia e ritardo doppiamente colpevoli dal momento che i fondi con cui gli enti locali dovrebbero dare risposte alle esigenze delle scuole non provengono dal bilancio degli stessi, ma da un finanziamento specifico attraverso i fondi europei del PON per la scuola denominato “Adeguamento spazi ed aule”. Si tratta, continua Flc, di “Risorse certe, note già alla fine di giugno perché assegnate in base al numero di studenti frequentanti un determinato territorio comunale o provinciale, disponibili ufficialmente per il loro utilizzo già lo scorso 7 di luglio. Tanto per dare un’idea dell’ordine di grandezza, il Comune di Terni dispone a questo scopo di € 520.000”.