Il Comune di Terni e i debiti rimasti in ballo: la preoccupazione di Fiorini e quella del M5S

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Incertezza preoccupazione: è questo il clima ingenerato dalla – almeno per ora – mancata ammissione di un debito da oltre 7 milioni e mezzo nel meccanismo di dissesto del Comune di Terni. Come noto l’Organismo Straordinario di Liquidazione, che “tutela” le attività finanziarie comunali, ha rinviato ogni decisione in merito, subordinandola al parere della magistratura contabile. Il contenzioso riguarda una anticipazione di cassa da parte dell’istituto di credito di tesoreria, Unicredit, risalente al 2017. Si tratta, in sostanza, di debiti contratti in relazione all’attività della ex partecipata Umbria Servizi Innovativi Spa. Secondo il Comune i sette milioni e mezzo non dovrebbero gravare sulle disponibilità dell’amministrazione di Palazzo Spada, contrariamente a quanto ritiene invece Unicredit. La posizione della banca si spiega col fatto che, in caso di procedura legata ai meccanismi del dissesto, si vedrebbe restituire una cifra “scontata” almeno del 40%.

In attesa della soluzione del contenzioso intanto che si fa?

“È evidente che il Sindaco, in assenza di risorse alternative, dovrà valutare il cambio della politica programmatica del Comune di Terni – dice Emanuele Fiorini del gruppo consiliare Uniti per Terni, il quale segue da tempo la questione – Come ho sostenuto ed evidenziato agli organi competenti e come è stato a suo tempo sottolineato anche dall’ex assessore Sara Francescangeli nelle sue dichiarazioni rilasciate in audizione, i famosi milioni di euro di anticipazione di tesoreria, andrebbero a capo dell’ente anziché dell’OSL, come invece sostiene la Giunta Latini, quale quota passiva di pertinenza del dissesto”.

E’ allarmato Fiorini: “Se il giudizio della Magistratura Contabile darà ragione al Tesoriere Comunale ai sensi dell’ art. 255, comma 10 del TUEL (Testo Unico Enti Locali) il Comune di Terni sarà di nuovo in dissesto”, dice.  E aggiunge: “Per non peggiorare la situazione, invito l’amministrazione Comunale a dare mandato al responsabile del servizio Finanziario di sospendere tutti gli atti onerosi, ossia la contrazione di debiti,  fino al pronunciamento della Magistratura Contabile. Anche perché se fosse accertato un nuovo dissesto, tutti gli atti compiuti dopo il 2018 (anno in cui è stato dichiarato il dissesto orea in vigore) andrebbero annullati e l’ente non potrebbe accendere ai mutui come previsto dall’ art. 249 del TUEL”.

Sulla questione interviene anche il Movimento 5 Stelle. Secondo il gruppo M5S la vicenda non è che  “l’ennesima prova del condono fatto dal sindaco di Terni nei confronti dei responsabili del dissesto. Così il centrodestra ternano cancella con un colpo di spugna tutte le colpe di coloro che nel corso di decenni hanno contratto debiti in violazione delle norme contabili, aumentando la massa debitoria senza copertura, senza che questi rispondano ai due criteri previsti, quello dell’utilità e dell’arricchimento per la collettività”. 

Pone domande, l’M5S: “Perché tutti i consiglieri di maggioranza, compresi quelli che per anni hanno condiviso nel M5S questa posizione, nella loro piena facoltà e diritto d’iniziativa hanno abdicato alla loro responsabilità di non riconoscere tali debiti a bilancio, seguendo una discutibile interpretazione da azzeccagarbugli? Come mai l’Osl ha dovuto chiedere una verifica sulla prerogativa di debito fuori bilancio dell’ex USI? E perché revocare tale riconoscimento ai debiti dell’ex USI e lasciare invece quelli del Lodo Cosea e dei servizi educativi? “.

Il fatto grave, oltretutto, per i consiglieri del Movimento è costituito dal fatto che non si spiegano “come sia possibile che il Comune di Terni continui a navigare nell’incertezza su questioni di estrema importanza come il futuro del Sii e soprattutto dell’Asm mentre la maggioranza resta in silenzio e a Palazzo Spada non si fanno consigli, né commissioni”.