Il fine anno della Presidente Tesei: “Così governerò l’Umbria”

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La Presidente Tesei

Primo punto: rompere lo stato d’isolamento dell’Umbria, il che significa mettere le mani su alcune questioni critiche della mobilità e dei trasporti e perciò delle infrastrutture. Secondo: la sanità. Rendere più efficiente il sistema e puntare sempre sulla qualità.

Si tratta di settori che hanno impatto diretto e immediato con le esigenze dei cittadini umbri e sono le principali tra le priorità individuate dalla presidente della Regione Donatella Tesei, nel tradizionale incontro di fine anno con l’opinione pubblica. Più che altro risoltosi nel tracciare un grafico della situazione esistente in una regione alla cui guida è stata chiamata allo scadere di un anno più che turbolento. Dalle difficoltà economiche – basta un’occhiata alle valutazioni della Banca d’Italia – all’annosa questione delle infrastrutture, fino allo scandalo di concorsopoli che ha “capottato” un’amministrazione di centro sinistra che stava avvitandosi su sé stessa, alle elezioni anticipate, ad una campagna elettorale dura e condotta su toni aspri, a volte sfacciati.

Ora c’è l’opportunità di dare una svolta, ed è un impegno non da poco che il primo governo di centrodestra della storia della Regione Umbria è chiamato ad assolvere. L’impressione è che Donatella Tesei e la sua squadra di assessori vogliano procedere in maniera ordinata, schematica magari, e andando avanti con costanza e determinazione.

Non poteva perciò tracciare bilanci, allo scadere del 2019, Donatella Tesei a meno di non voler continuare a soffiare sul fuoco dei toni propagandistici. La scelta della presidente è stata diversa: ha parlato di quel che intende fare, del futuro, cioè. In pratica una riproposizione del proprio programma.

Ed ecco che per i trasporti si punta sull’aggancio con la linea ad alta velocità rendendolo più “organico” rispetto all’attuale, chiedendo treni veloci per Roma e Firenze, prefiggendosi la soluzione di problemi che i trascinano da anni come quelli legati alla gestione dell’aeroporto regionale, e della ferrovia centrale umbra che si vuole torni in esercizio nella sua interezza.

Poi la sanità. Quel sistema riconosciuto come d’eccellenza ma bisognoso d’interventi si vuol mantenere ed accrescere uno standard che, seppure elevato, presenta alcune crepe.“Ci avviamo alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale, improntata alla
migliore qualità e maggiore efficienza, puntando in particolare sul rafforzamento della sanità territoriale”, ha detto Tesei. C’è chi in queste poche parole ha letto i segnali di un’apertura alla sanità privata, così come si è da più parti paventato nel corso della campagna elettorale, ma le frasi pronunciate non sembrano così esplicitamente improntate verso direzione della privatizzazione. Almeno al momento.

Trasporti, sanità e subito dopo o – se si vuole – sullo stesso piano la questione ricostruzione post terremoto. “Una ferita aperta per l’Umbria e per tutte le regioni del centro Italia” ha detto la presidente. Una frase un concetto già sentiti ripetutamente proprio perché tra un provvedimento e l’altro, tra un commissario e l’altro, non si è finota visto granché. Tesei ha ribadito la propria “insoddisfazione sul Decreto terremoto
varato dal Governo in quanto non va nella direzione di una maggiore accelerazione e semplificazione delle procedure. In arrivo – ha annunciato – 27 unità di personale per il lavoro da svolgere negli uffici della ricostruzione”.   

Un aumento del personale regionale “dedicato”, che rientra in una già compiuta prima riorganizzazione della “macchina” riguardo alla quale l’impegno è stato di “evitare il blocco a causa dell’elevato numero di pensionamenti fra cui l’uscita di quattro direttori regionali su cinque”.  Si è puntato su una riorganizzazione “che rendesse la macchina più efficiente e che ci consentisse di risparmiare risorse importanti. Da qui la decisione di ridurre, dal primo gennaio 2020, il numero dei direttori regionali che passano a quattro o, in ipotesi, a tre direttori più un direttore generale. A ciò si aggiunge, grazie alla rimodulazione delle aree di competenza, la riduzione del numero dei dirigenti dagli attuali 65 a 40. Una riforma – ha proseguito la presidente – che porterà ad un risparmio stimato di circa 3 milioni di euro”.

E l’economia? “Il nostro principale obiettivo – ha affermato Tesei – è quello di riavviare la regione puntando allo sviluppo economico come fattore prioritario di crescita ed all’incremento dell’occupazione così da consentire, soprattutto ai giovani, di rimanere in Umbria.  Il rapporto di Banca Italia e la ricerca recentemente realizzata da AUR ci consegnano infatti una regione con un tasso di disoccupazione superiore alla media
nazionale. E’ una tendenza che intendiamo invertire attraverso un spending review che, senza inficiare i servizi, vada a liberare risorse a sostegno della crescita”.

Non sono mancati, ovvimente, altri riferimenti: dall’edilizia scolastica “sulla cui sicurezza il Paese dovrebbe abbandonare la logica dell’emergenza attuando un programma organico di interventi di prevenzione”, alla tutela del paesaggio e del territorio, al turismo. Più che altro l’illustrazione di un programma di governo, per ora tracciandone le grandi linee. Ora, individuati i contenitori è necessario riempirli di provvedimenti specifici.

Nessuna parola, invece, che lasci intendere l’impegno a risolvere questioni di riequilibrio territoriale (a parte un riferimento in materia di sanità): un problema che da più parti è invece segnalato e moltiplicatore di scontento da parte delle zone dell’Umbria che si sentono lontane dal “centro motore” perugino.

w.p.