Agricoltura umbra in difficoltà per il “clima pazzo” e bassi prezzi all’origine

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Albano Agabiti

Si chiude un anno difficile per il comparto agricolo, caratterizzato da eventi atmosferici che hanno penalizzato le produzioni e con nodi irrisolti. “Il 2019 – sottolinea il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti – ha confermato come i cambiamenti climatici in atto condizionino in maniera sempre più importante le produzioni, basta pensare alle “flessioni” produttive che hanno interessato alcuni settore chiave per l’agricoltura regionale: dal vino all’olio, fino al tabacco, ma anche cereali e girasole, con risultati “a macchia di leopardo” o addirittura compromessi, a seconda delle zone. Una sostanziale tenuta si registra infine, per il settore zootecnico da carne e da latte”.

La situazione è tale per cui anche Agabiti chiede che “la questione cambiamenti climatici, certifica la necessità di passare dalla gestione dell’emergenza ad una nuova cultura delle prevenzione, ma che deve far riflettere maggiormente anche sull’importanza delle assicurazioni agevolate contro le calamità”. 

Resta nel contempo il problema dei bassi prezzi all’origine per gli agricoltori: proprio su questo il progetto Coldiretti mira a intervenire, con la creazione di filiere agricole distintive che vedano sempre più protagoniste le imprese cui vanno riconosciuti prezzi più equi. “Il nuovo anno – afferma il direttore Coldiretti Umbria Mario Rossi – dovrà rappresentare un punto di svolta anche per criticità non più rinviabili: dai danni causati dalla fauna selvatica ai ritardi dei pagamenti comunitari, ma anche per una effettiva semplificazione burocratica e per la tanto attesa ricostruzione post sisma. Nel prossimo futuro inoltre, vietato abbassare la guardia anche su altri temi fondamentali, da quello dell’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti a quello dei trattati internazionali che interessano il nostro Paese, fino alla grande opportunità e necessità dell’economia circolare.

Per guardare con fiducia al futuro – ribadisce il presidente Agabiti – è necessario ripartire dai nostri punti di forza, ovvero dall’appeal del nostro territorio e dalla qualità delle eccellenze enogastronomiche che possono rivelarsi decisive per la creazione di un “marchio Umbria” che faccia da traino per l’intero tessuto produttivo, anche fuori dai confini nazionali dove l’export agroalimentare made in Umbria continua a rappresentare una voce importante”.

“Il forte auspicio – concludono il presidente e il direttore Coldiretti Umbria Albano Agabiti e Mario Rossi – è quello che nel nuovo anno ci possa essere un cambio di marcia anche per quella digitalizzazione del comparto ormai indifferibile, così come per un’efficiente programmazione e pianificazione dei fondi europei destinati all’agricoltura, un sostegno ai redditi e all’occupazione agricola, per salvaguardare un settore cui va riconosciuta la capacità di incidere profondamente sulla qualità della vita di tutti i cittadini”.