Comune di Terni: quel “pasticciaccio brutto” del contratto decentrato

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L’assessore al Personale, Sonia Bertocco

Tra richieste di dimissioni, da parte dei dipendenti, per i componenti delle Rsu che l’hanno firmato e richieste di dimissioni, ad iniziativa della Uil, dell’assessore al personale Sonia Bertocco, la questione del contratto decentrato per i dipendenti del Comune di Terni resta incandescente.

Come noto il contratto decentrato integrativo punta sulla valorizzazione delle risorse umane mediante il miglioramento delle competenze professionali e il contributo individuale all’organizzazione. Formazione e aggiornamento professionale sono considerati quindi strategicamente fondamentali perché si garantiscano elevati livelli qualitativi e quantitativi di servizio ai cittadini. Va a regolare, nella pratica ed alla fine della fiera, oltre che gli orari di lavoro anche il trattamento economico dei dipendenti che svolgono, ad esempio, un’attività esterna agli uffici comunali (vigili urbani, messi notificatori ecc.) o mansioni riconosciute di tipo particolare (ad esempio responsabili degli uffici demografici, dei tributi o gli addetti alle relazioni con il pubblico).

La Cgil Funzione Pubblica, insieme al Csa, ha fatto sapere che non sottoscrive il contratto decentrato di lavoro per i dipendenti del Comune di Terni. I rappresentanti Cgil nelle Rsu, in verità, l’accordo lo hanno sottoscritto insieme ai loro “colleghi” dell’Usb, ma evidentemente il sindacato di categoria Cgil a pensa diversamente e li sconfessa. Seppure fornendo una giustificazione: “Dispiace che, ancora una volta cavalcando le spaccature sindacali, si sottoscriva un accordo che in realtà penalizza i lavoratori pubblici del Comune di Terni”, afferma infatti Desiré Marchetti, segretaria della Fp Cgil di Terni.
“Le lavoratrici e i lavoratori avrebbero certamente meritato di più per la qualità del lavoro svolto in questi anni, di grande difficoltà – continua la dirigente sindacale – invece vengono doppiamente beffati, prima di tutto a causa del rifiuto da parte dell’amministrazione di accogliere la nostra proposta di scorporare l’indennità di servizio esterno riconosciuta alla polizia locale dal fondo per la produttività, cosa assolutamente legittima come recentemente confermato dalla stessa Aran. Questo – continua Marchetti – avrebbe liberato circa ottantamila euro da redistribuire tra tutti i lavoratori e le lavoratrici”.
ll secondo forte elemento di criticità evidenziato dalla Fp Cgil è relativo alle progressioni orizzontali, sulle quali l’accordo siglato dalle altre organizzazioni sindacali pone vincoli stringenti con percentuali predefinite. “Una scelta sbagliata – afferma ancora Marchetti – perché questo strumento previsto dal contratto degli enti locali è finalizzato a stabilizzare il salario, premiando professionalità e anzianità di servizio”.
“La nostra idea era ed è quella di una giusta redistribuzione – conclude la segretaria Fp – Se le risorse ci sono, va data l’opportunità a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici di poterne beneficiare, altrimenti si sceglie ancora una volta di penalizzare il lavoro”.