Buoni spesa, il Comune di Terni “congela” un terzo dei fondi assegnati

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Intanto blocca le domande e le opposizioni protestano

I buoni spesa? Al momento, al Comune di Terni, non si ricevono domande. C’è da fare le pulci alle richieste già presentate per verificare che chi ha chiesto l’aiuto in conseguenza dell’emergenza Covid-19, ne abbia davvero diritto. Il controllo è doveroso, ma perché non continuare a ricevere le domande? La cosa ha provocato la reazione risentita della minoranza che prosegue nella sua marcia unita e compatta. “”Esprimiamo – dichiarano in una nota i capigruppo di Senso Civico, Alessandro Gentiletti, del Pd, Francesco Filipponi, del M5s, Federico Pasculli e di Terni Immagina, Paolo Angeletti – massima preoccupazione per la decisione di sospendere la recezione delle domande per l’erogazione dei buoni spesa. Non solo il Comune di Terni è stato tra gli ultimi comuni nell’adottare la procedura, non solo si è deciso di stanziare unicamente per ragioni incomprensibili soltanto il 70 per cento di quanto erogato dal governo, ma addirittura ora uno stop assurdo,  si impedisce ai cittadini bisognosi di continuare a fare domanda, giustificando il tutto per ragioni tecniche e di controllo delle richieste già pervenute”.

E già, solo il settanta per cento dei fondi messi a disposizione dal Governo verranno per il momento utilizzati. D’altra parte va detto che quei 652 mila 680 euro e 54 centesimi che nella ripartizione toccano a Terni rientrano sotto una voce che non è “aiuti per buoni spesa di generi alimentari” ma sotto la denominazione “Fondo di solidarietà alimentare” evidentemente c’è chi ha capito che la suddetta “solidarietà alimentare” si può dimostrare anche in altro modo e non solo consentendo a tutti di mettere insieme il pranzo con la cena. E allora che si fa con i duecentomila (200.000) euro accantonati? È presto detto. Ha stabilitola giunta ternana che il 30 per cento di quei soldi sarà erogato sì, ma con “altre modalità che il Comune vorrà individuare in relazione alle ulteriori esigenze che potranno essere manifestate per trasferimenti ad enti del terzo settore, i quali provvederanno all’acquisto e alla distribuzione di beni alimentari o per acquisti di generi alimentari e prodotti di prima necessità da distribuire attraverso direttamente e/o tramite le associazioni di volontariato”. Così, tanto per sveltire la procedura, e si ouò immaginare di quanto se ci sono volute sei righe di delibera per cercare di spiegare il criterio.

“Le domande ricevute sono un indicatore e rappresentano un dato che può darci la dimensione di fenomeno che fino a ieri il comune non era in grado di misurare oggettivamente – riecco le opposizioni – Chiediamo all’amministrazione di fare immediatamente retromarcia e riaprire il sistema. Quei soldi appartengono ai cittadini bisognosi che non riescono a far fronte all’emergenza alimentare e ogni minuto perso è intollerabile per la nostra comunità. Vi è personale a sufficienza – continuano quelli della minoranza –   per affrontare l’emergenza, serve soltanto saperlo organizzare e gestire. Vi sono fondi erogati che vanno tutti utilizzati, subito ed in assoluta trasparenza. Fondi che ricordiamo a differenza di altre regioni non sono stati integrati dalla Regione Umbria con neanche un centesimo”.