Suppletive: centrodestra col vento in poppa, M5S no

elezioni terni

ALESSANDRINI AL SENATO, cINQUESTELLE PERDONO IL 20% IN DUE ANNI. IL PD GALLEGGIA

I quattro candidati: da sin. Roberto Alcidi (M5S), Valeria Alessandrini (Cd), Armida Gargani (Riconquistare l’Italia), Maria Elisabetta Mascio (Cs)

Così il collegio numero due per il Senato, quello dell’Umbria del Sud ha ora due senatori entrambi nella Lega: Valeria Alessandrini, eletta alle suppletive dell’8 marzo, ed un certo Lucidi, che è al suo secondo mandato, eletto entrambe le volte nella lista del Movimento 5 Stelle, ma uno dei più solleciti a balzare nella Lega al momento in cui cadde il governo gialloverde e si formò quello attualmente in carica.

Difficile, grazie alle complicazioni dei sistemi elettorali, delle divisioni dei collegi plurinominali, uninominali e unico regionale a seconda delle consultazioni, approntare raffronti se non indicativi. Questi comunque dicono che la Lega sta sempre al massimo e con essa tutto il centrodestra che appoggiava Alessandrini (ma non esistono dati scorporati per le varie forze politiche visto che si trattava di un collegio uninominale), la quale Alessandrini ha ottenuto il 53,74 per cento dei consenso; che Maria Elisabetta Mascio ha ottenuto un buon risultato quale candidata del centrosinistra ma non dei”cespugli” (nel simbolo c’erano solo Pd e Sinistra Civica Verde) grazie al 38,03 per cento. Che – ahi ahi,diranno loro – quelli dei Cinquestelle sono sempre di meno e debbono contentarsi del 7,49 per cento, segno che i tempi dei boom Pentastellati sembrano essere lontani un secolo e invece sono passati solo due anni. Ininfluente il risultato (0,74%) di Riconquistare l’Italia, un’utopia se si va avanti di questo passo.

Tanto per darsi una regolata, e per quel che vale il raffronto, Donatella Tesei – che era titolare del seggio senatoriale lasciato una volta eletta alla presidenza della Regione Umbria – risultò vincente con il 38,55 per cento;  il candidato dei Cinquestelle ottenne nel 2018 il 28,04 (più di venti punti di differenza con le suppletive dell’8 marzo 2020), mentre a quello del centro sinistra andò il 25,68. Va considerato, altresì, che oltre a questi tre, c’erano altri otto candidati che pur essendosi spartiti le briciole (Liberi è uguali però sfiorò il 3 per cento) qualcosa hanno grattato via da una parte e dell’altra. Ultima notazione: in quell’occasione alle urne andò il 76,78 per cento degli aventi diritto; l’8 marzo il 14,51. Ed anche questo qualcosa vuol dire.