Progetto per il Verdi: Fiorini va in Procura “Troppi punti oscuri sul concorso”

Terni teatro Verdi fiorini
Fiorini
Emanuele Fiorini

E poi c’è Fiorini. Nel senso di Emanuele Fiorini il recordman di consensi nella lista della Lega alle comunali ternane del 2018 e poi “giubilato” ora consigliere comunale di “Forza Centro”. Come se non bastassero le polemiche in corso Fiorini riparte con la battaglia sul concorso per la ristrutturazione del Teatro Comunale “Verdi”. Tempo addietro chiese “l’annullamento in autotutela del concorso di progettazione del Teatro Verdi”, ponendo una serie di interrogativi. Ma il tempo è passato e nessuno gli ha risposto ed ora “a distanza di oltre 30 giorni, data la perdurante inerzia dell’amministrazione, mi sono trovato in obbligo – dice – di esporre i fatti alla Procura della Repubblica in merito alle procedure amministrative seguite ed in particolare in ordine all’apertura “delle buste” a porte chiuse anziché nella forma pubblica prevista nei documenti di gara, fatto di per sé sufficiente ad invalidare l’intera procedura, nonché ad un presunto conflitto di interessi, in difesa della trasparenza, di quegli Studi professionali che hanno partecipato alla gara, degli ordini professionali e della città”.

Secondo lui, Fiorini, “emergono contraddizioni tra il bando di concorso per la progettazione e il relativo disciplinare da un lato e il progetto vincitore e la sua relazione illustrativa dall’altro”.

“Rimango alquanto esterrefatto – dice Fiorini – che nessuno se ne sia accorto, specie tra i componenti della commissione giudicatrice che ha valutato tutti i progetti partecipanti assegnandogli un punteggio, fino a proclamare il progetto vincitore, ma i punti oscuri di tale concorso diventano sempre più numerosi”.

Il teatro Verdi, nell’immediato Dopoguerra

E sarebbero: 1) Il progetto vincitore non tiene conto del lavoro di ricostruzione fatto nell’immediato dopoguerra e che nel bando invece sarebbe stato richiesto ed posto anzi come vincolo. 2) pilastro “della realizzazione del bando di concorso era il primo stralcio, ovvero il Teatro ridotto che doveva essere realizzato con la cifra stanziata di 3,2 milioni. Peccato – spiega Fiorini – che la scelta del progetto vincitore di collocare il ridotto sotto la sala principale costringe a spendere cifre ben maggiori e pertanto tale scelta risulta in palese contraddizione con le richieste del bando”.

Invece, riferisce il consigliere di Forza Centro. “il ridotto sarebbe dovuto essere, sempre secondo il bando, perfettamente funzionante fin dal primo stralcio, ma ciò risulterebbe molto difficile da ottenere in quanto si troverebbe nell’interrato di un cantiere posto ai piani superiori”.

Ci sarebbero poi varie osservazioni tecniche e normative che Fiorini elenca, ivi compreso il rischio costiuito da eventuali sorprese di ordine archeologico. Per poi concludere affermando che “è palese che il risultato della giuria fa a pugni con le indicazioni del bando”. Fiorini ha ormai aperto la battaglia e sul Verdi assicura che chiederà una valutazione da parte della quarta commissione consiliare e che “se necessario chiederò l’audizione della Soprintendenza per il mancato rispetto del vincolo previsto nel bando. Intanto rinnovo l’invito all’amministrazione a non procedere, perché questa vicenda è piena di punti oscuri”.