Lo strano caso Treofan: operai in assemblea la vigilia di Natale

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Era il 25 ottobre, appena due mesi fa, quando diventava ufficiale che il gruppo Jindal aveva perfezionato il contratto di acquisizione della Treofan Europe, “importante produttore di film di propilene orientato (film BOPP) in Europa”. “L’acquisizione di Treofan Europa rafforza la posizione nel settore del gruppo B. C. Jindal, che avrà la possibilità di offrire un’ampia gamma di prodotti e sarà in grado di essere a supporto di esigenze in continua evoluzione”, si leggeva nella nota stampa diffusa dal Lussemburgo. Come noto, il film prodotto da Treofan è utilizzato per il confezionamento dei prodotti alimentari, dei tabacchi, per l’etichettatura e per applicazioni elettroniche quali batterie condensatori. 1.100 i dipendenti del gruppo in quattro siti produttivi in Germania, Italia e Messico.
Un accordo considerato poitivo: “Non vedo l’ora di unire le forze. L’esperienza e la conoscenza delle due squadre andrà a rafforzare ulteriormente il gruppo. L’unione di entrambe le aziende ci permetterà di accelerare la crescita del gruppo e a diventare il più innovativo fornitore di soluzioni per imballaggi riciclabili” commentava Manfred Kaufmann, CEO di Jindal Films Europe. E Boris Trautmann, General Counsel Treofan Europa, gli faceva eco: “Oggi è un momento indimenticabile per Treofan Europa. Accogliamo con favore l’opportunità di lavorare insieme con Jindal Films. Vedo grandi prospettive per la nostra azienda”.
Insomma, ci sarebbe stato da star contenti visto che alla Treofan Europa facevano capo in Italia due siti produttivi, uno a Terni e l’altro a Battipaglia, “eredità” entrambi della vecchia Montedison, i quali grazie alla “fusione delle esperienze” avrebbero operato sottobraccio con lo stabilimento italiano della Jindal che ha sede a Brindisi.
Invece? Invece otto settimane dopo i dipendenti dello stabilimento ternano Treofan passeranno la vigilia di Natale in fabbrica, riuniti in assemblea, dopo aver dichiarato lo stato di agitazione, il che va letto come stato d’incertezza sul futuro del posto di lavoro. “La preoccupazione per Terni e Battipaglia si è palesata ufficialmente qualche giorno fa, quando in sede confindustriale abbiamo appreso dal management italiano, del realistico rischio che corrono i due siti produttivi”, riferiscono in un documento le segreterie umbre e territoriali dei chimici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. I quali mettono in evidenza tutte le “stranezze” registrate in questi due mesi: dall’annuncio a sorpresa della vendita a Jindal (fino a pochi giorni prima Treofan Europa parlava di investimenti), per arrivare ai dubbi legati al prezzo “dell’operazione di compravendita: cinquecentomila euro, al netto dei debiti pari a dodici milioni”, quasi una svendita, par di capire, “in presenza poi di altri pretendenti”.
Sindacati che nel settolineare la professionalità dei dipendenti dei siti di Terni e Battipgalia, ricordando il loro apporto positivo sul fronte delle entrate di bilancio, non si spiegano che la situazione sia diventata così delicata. Quantomeno vorrebbero che si uscisse dall’incertezza, che si tenesse conto della preoccupazione innescata qualche giorno fa quando “In sede confindustriale abbiamo appreso dal management italiano del realistico rischio che corrono i due siti produttivi – riferiscono i sindacati dei chimici – Successivamente é stato chiesto e ottenuto un incontro presso il MiSe per il 21 dicembre a cui la Jindal non ha ritenuto opportuno partecipare rimandando l’incontro alla fine di gennaio 2019, data che a nostro giudizio deve essere anticipata . Contestualmente si é dimesso in blocco l’intero Cda del gruppo Treofan Italy”. E’ o non è diritto dei lavoratori conoscere qualcosa di certo sul loro futuro? Riguardo al sito produttivo di Terni “ad oggi, a differenza di Battipaglia, non é stato possibile al momento fare un incontro con la direzione aziendale – protesta il sindacato – Riteniamo tutto ciò inammissibile e chiediamo quindi all’azienda di convocare quanto prima un tavolo di confronto con la RSU, alla luce anche delle notizie positive espresse da Treofan nel comunicato per quanto riguarda il sito ternano. Siamo perfettamente consci del fatto che la professionalità delle maestranze ed i risultati positivi apportati in termini economici dal sito umbro, dovrebbero, al pari di Battipaglia, convincere la nuova proprietà a mettere in piedi un serio piano industriale. C’è quindi la necessita quanto prima di conoscere i piani di Jindal e questo lo si potrà fare al tavolo convocato presso il MiSe. Chiediamo contestualmente alle Istituzioni locali nazionali ed alla politica tutta – si conclude il documento sindacale – uno sforzo affinché questa vertenza venga risolta in modo positivo. Inutile sottolineare che la nostra regione non potrà sopportare, nella peggiore delle ipotesi, l’abbandono dell’ennesima multinazionale”. Perché, oltretutto, è già accaduto , con Yara e Basell, che quando una multinazionale “che ha più sedi in Italia decide di abbandonare il nostro Paese parte sempre dal dismettere siti in Umbria”.