283mila erano, a marzo 2020, le prestazioni sanitarie che andavano ad ingrossare le liste di attesa in Umbria. Ad oggi, un anno e mezzo dopo o poco più, ce ne sono ancora 83mila. Passi avanti sono stati compiuti, ma, come afferma l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, “è ancora un numero importante, e per gestire il quale stiamo organizzando un programma di gestione non più perimetrato all’interno del distretto di appartenenza. Quindi, il piano di smaltimento delle prestazione prevede oltre, ovviamente, al coinvolgimento delle aziende ospedaliere, la sinergia tra le Asl, nonché lo svolgimento delle prestazioni di sabato e domenica”.
“La situazione dell’Umbria è sovrapponibile a quella di altre Regioni e comunque nei mesi di luglio e agosto 2021 si è riusciti a recuperare un gran numero di prestazioni superando il livello pre- pandemia e quindi quello del 2018-19”, spiega – dati alla mano – il direttore alla Salute e Welfare, Massimo Braganti. “Durante la pandemia – ha aggiunto – la Regione ha centrato gli obiettivi dimostrando una forte resilienza (fonte Mes Sant’Anna – Pisa) garantendo l’attività di screening che non ha subito interruzioni nel 2020 e 2021, così come, non hanno subito interruzioni, dalla ripresa delle attività (estate 2020) le vaccinazioni obbligatorie. Tutto ciò – ha ricordato Braganti – mentre dal 28 dicembre 2020 sono iniziate le vaccinazioni covid che hanno fortemente impegnato i professionisti”.
“Quello delle liste d’attesa in sanità – ha detto l’assessore Coletto – è un problema annoso che interessa il territorio nazionale, reso più complesso a seguito della pandemia. Abbiamo chiesto in sede di Conferenza delle Regioni che il finanziamento messo a disposizione nel novembre 2020 potesse essere sfruttato nel 2021. C’è stato un accesso a queste risorse che potranno essere utilizzate anche per la gestione delle liste di attesa e quindi per le visite ambulatoriali svolte anche nelle strutture private accreditate che rappresentano un’ulteriore finestra per la gestione delle liste”.
Il metodo da seguire – è stato spiegato dai rappresentanti della Regione – è quello che fa riferimento a due parole chiave: rete e appropriatezza. Rete perché bisogna “fare sistema” tra le aziende sanitarie e ospedaliere per dare risposte rapide ed efficienti alla domanda di cura dei cittadini, mentre l’appropriatezza garantisce che un intervento diagnostico o terapeutico sia adeguato rispetto alle esigenze del paziente evitando un surplus di esami e visite.