La replica della giunta e della Lega: “Non accettiamo lezioni da chi ci ha coperto di debiti”

replica
Il sindaco di Terni, Leonardo Latini

Acque agitate a Palazzo Spada dopo la conferenza stampa delle opposizioni. La questione è, e continua ad essere, quella dei conti, dei debiti, del dissesto, di Quelli di Prima e Quelli di Dopo, ecc. ecc. La replica (non tenendo conto di quella preventiva da parte del sindaco) è della Giunta comunale nelle persone dello stesso sindaco Latini e dell’assessore al Bilancio Orlando Masselli. I quali non hanno dubbi: il Comune presenterà ricorso contro i pronunciamenti della Corte dei Conti dell’Umbria in merito ai debiti di 12 milioni e spicci, che risalgono al 2017 e quindi vanno nel calderone  del dissesto. Nel mirino soprattutto il Pd per le responsabilità avute nell’avvento del dissesto. Così come non hanno dubbi che la nuova amministrazione, “da quando si è insediata non ha fatto altro che lavorare con coscienza, con professionalità e con senso civico per ripianare gli oltre cento milioni di debiti lasciati dalle Amministrazioni di coloro che oggi hanno organizzato l’ennesima conferenza stampa mistificatoria e per far sì che i cittadini ternani subissero le conseguenze del disastro amministrativo precedente nella maniera più leggera possibile. Continueremo a lavorare e a impegnarci, senza accettare lezioni da chi è stato già bocciato dalla storia, dagli elettori e dai numeri”.

In fotocopia il commento del gruppo della Lega: “L’amministrazione Latini – sostiene in una nota –  ha sempre agito nel rispetto delle norme e sulla base delle indicazioni fornite dalla Corte dei Conti e dal ministero dell’Interno con l’unico obiettivo di alleviare il pesante macigno del dissesto economico finanziario. È paradossale e privo di ogni logica che la sinistra cerchi di addossare delle colpe alla giunta Latini, quando sono note le responsabilità di chi in passato ha amministrato la città nella totale incapacità di far quadrare i conti e gestire la cosa pubblica. Ci stupisce vedere gli esponenti del Partito Democratico pontificare su criticità che loro stessi hanno creato, iniziando dal buco di bilancio, dai debiti per un ammontare di circa 100 milioni di euro che ricadranno sui ternani per i prossimi 20 anni, dall’aumento al massimo delle aliquote di Irpef e Imu, fino al noto anticipo di tesoreria, che tra l’altro risale al 2017, anno in cui a governare la città era proprio il Pd, nella cui squadra risultavano un assessore e un consigliere comunale che ancora oggi siedono tra i banchi dell’aula. In merito all’anticipo di tesoreria la giunta Latini ha già annunciato che presenterà ricorso alle sezioni unite della Corte dei Conti e che continuerà a lavorare nell’esclusivo interesse della città, consapevole di aver fatto quanto legittimamente possibile per salvare l’Ente dal baratro in cui è stata condotta dalla sinistra. Questa la strada che intendiamo percorrere. Non accettiamo lezioni – conclude il gruppo consigliare della Lega – da chi per anni ha rappresentato il problema e adesso finge di essere la soluzione. I cittadini non potranno mai dimenticare quello che il Partito Democratico ha fatto a Terni”.

Insomma niente da imparare. Non una parola sulla proposta di collaborazione né sulla richiesta di un consiglio comunale straordinario per chiarirsi – quantomeno – le idee.

Mentre il portafogli dei ternani si svuota per tariffe, bollette e tasse si continua con il palleggio di accuse, come fa notare il consigliere comunale Valdimiro Orsini. “Il rimpallo di responsabilità non serve alla città . dice – A Terni occorre un bilancio che non sia gravato da partite contabili non chiuse, non servono spade di Damocle sulla testa dei contribuent ternani  ma certezze e risanamento effettivo per poter poi realmente abbassare le aliquote delle addizionali e le tariffe dei servizi”. Poi la butta là: “Sono sicuro – dice Orsini – che l’amministrazione e tutto il consiglio comunale, nell’interesse di Terni, depongano la mera contrapposizione e guardino agli interessi presenti e futuri dei cittadini e delle imprese ternane”.