La Regione Umbria si mobilita contro la “plastic tax”

plastica umbria
La riunione in Regione per la “plastic tax”

Umbria a spada tratta contro la “plastic tax”. Le aziende che lavorano la plastica hanno incontrato l’assessore regionale allo sviluppo Economico Michele Fioroni. Seduti attorno al tavolo regionale i rappresentai di imprese che mettono insieme in Umbria circa 1.600 dipendenti e 415 milioni annui di fatturato. Sono ovviamente contro l’imposta di 45 centesimi per ogni chilo di plastica prodotta o immessa al consumo la qual cosa sembra abbia ripercussioni estremamente negative, la quale sarà esigibile dal 1. luglio prossimo. Una “tassa iniqua” secondo l’assessore Fioroni il quale ha espresso solidarietà alle imprese e ai lavoratori e dichiarato di “comprendere perfettamente le difficoltà emerse e rappresentate durante l’incontro circa le gravi conseguenze che arrecherà l’introduzione della ‘plastic tax’ allo sviluppo economico del territorio, sia in termini di produttività che occupazionali”.

La giunta regionale umbra sta lavorando in collaborazione con la regione Piemonte per elaborare un documento comune da presentare alla conferenza Stato-Regioni, sollecitando un’azione da parte della “amministrazioni statali, regionali e locali – haa secificato Fioroni – le quali, favorendo l’innovazione e la ricerca, devono supportare le nostre imprese e lavorare insieme al mondo dell’industria per implementare una concreta strategia di sostenibilità, e non penalizzarle con quella che a tutti gli effetti è una tassa sulla produzione iniqua ed ingiustificata da reali benefici in termini di tutela ambientale”. “La tutela dell’ambiente e lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile non possono essere realizzati tramite divieti e sanzioni”, ha specificato.

Senza contare – è stato sottolineato nella riunione delle imprese interessate – che “Al momento, peraltro, la plastica rappresenta ancora la migliore soluzione ambientale, economica e sociale. Il materiale plastico è flessibile, durevole, leggero, economico, non marcisce, non viene attaccato dai batteri e se finisce in mare è perché qualcuno ce lo butta, non perché ci arriva da solo. Il vero problema non è la plastica ma la gestione del rifiuto plastico”.