Il retroscena: il progetto clinica-stadio e i rapporti tra Regione e Comune di Terni

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Tesei presidente regione Umbria
La presidente dell’Umbria Tesei e il sindaco di Terni Latini

Se il sindaco leghista di Terni definisce strategico un progetto come quello detto “stadio-clinica” perché l’assessore regionale alla Salute, leghista pure lui, quello stesso progetto lo butta a mare?  E perché la presidente (leghista) della Regione tace e quindi acconsente? E’ quello che è accaduto proprio in occasione di una visita dei vertici regionali della sanità all’ospedale di Terni. Ed è una storia in cui qualcosa “suona a coccio”, nonostante la manovra di recupero tentata dall’assessore Luca Coletto suggeritagli dalla “saggezza del giorno dopo”.

Il progetto di cui si parla, è noto: è quello presentato da Stefano Bandecchi presidente della Ternana. Una una specie di riedizione aggiornata del vecchio progetto “Città dello Sport” di agariniana memoria. Ispirato allo stesso concetto di base: la Ternana – squadra di calcio – è anche una realtà finanziaria che trova la propria “base” economica in attività collegate che le permettono per l’appunto un’indipendenza finanziaria. Allora, nel progetto Agarini, a fronte di una serie di servizi collaterali (dallo stadio ad altri centri a disposizione della comunità) quella base economica era costituita da una serie di proprietà immobiliari. Palazzine per capirsi. Nella versione attuale il “carburante” verrebbe da attività nell’assistenza sanitaria: una clinica privata con duecento posti letto cento dei quali da utilizzare in convenzione col servizio pubblico.

Accolto tra gli hurrà a Palazzo Spada, il progetto Ternana-Bandecchi è stato stroncato dall’assessore regionale alla Salute Luca Coletto, il quale ha scelto proprio Terni per dichiarare che quel progetto nel piano sanitario regionale non può entrare perché il pieno dei posti letto consentiti all’Umbria è stato già raggiunto. Quindi – dice sempre Coletto – per una clinica come quella prevista dal progetto Bandecchi è necessario il nulla osta del ministro della Sanità. Serve una deroga da parte del ministro Speranza, quindi si rivolga a lui, Stefano Bandecchi. E tanti saluti.

Al di là della validità o meno della proposta ternana e della condivisibilità sul piano politico, ci sono valutazioni di metodo che vanno in qualche modo poste.

La prima è che quella che Presidente della Regione e assessore al ramo vanno spiegando in una serie di visite “pastorali” è una bozza di piano. Ciò significa che se si vuole si può discutere, variare, integrare, adattare alle esigenze dei territori che non si sono mai abituati a subire decisioni calate dall’alto. Nel caso in ispecie, per di più, si tratta di una proposta che è stata per l’appunto definitiva strategica dall’amministrazione del secondo Comune della Regione. Quella Terni in cui – a torto o a ragione – serpeggia da decenni il sospetto di prevaricazioni da parte del “caput regionis” incline ad accentrare le opportunità e a spartire le spese. Non sarà il caso, allora, di tenere in altra considerazione le proposte che vengono da Terni, centro maggiore del sud dell’Umbria?

Quanto sopra qualcuno glielo ha spiegato all’assessore Coletto, il quale ha inserito una marcia indietro ultrarapida ed ha dichiarato che “Quanto detto nei giorni scorsi era riferito ovviamente all’attuale situazione umbra. Ora siamo nella fase di concertazione del nuovo Piano socio-sanitario regionale e di revisione della rete ospedaliera, vecchia ormai di 11 anni. La possibilità di realizzare a Terni la clinica sarà tenuta in considerazione. Verranno valutate in tal senso tutte le esigenze espresse dalla comunità ternana”. Sarà perché lui lo riteneva ovvio che non lo ha specificato subito? O, chissà perché, non aveva ancora valutato con sufficiente esattezza i termini della proposta?

Un recupero che se aggiusta un poco le cose sulla questione specifica non sembra risolutivo della questione dei rapporti tra il “centro” e la “periferia”.

La seconda considerazione è relativa a quello che potrebbe essere definito il rovescio della medaglia. Perché certe convinzioni vanno sostenute con fermezza, argomentazioni chiare, e se proprio serve, anche battendo il pugno sul tavolo. E’ stato fatto tutto ciò? Terni ha saputo affermare le proprie esigenze, dar loro corpo e consistenza? Quali voci si sono alzate, per esempio, tra i consiglieri regionali eletti a Terni che fanno parte della maggioranza in Regione? E perché all’incontro in cui l’assessore Coletto ha esternato la propria lapidaria bocciatura del progetto non c’era chi quel progetto lo dichiara strategico? Il sindaco di Terni non era presente, eppure lo avrà immaginato che si sarebbe parlato del ruolo di Terni nella sanità umbra dei prossimi anni e non di quisquillie; il presidente del consiglio comunale e l’assessore comunale al welfare che c’erano si sono dichiarati soddisfatti per la bozza di piano sanitario. Ma forse non hanno ritenuto strategico ribattere subito la palla.