I sindacati all’Ast: la fase di transizione non può essere gestita solo dall’azienda

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Di positivo c’è che per ottobre e novembre è previsto un aumento dei volumi produttivi. E con tutto quel che si sente dire sulla crisi legata alla panedmia lameno una buona notizia da parte dell’Ast c’è. Lo affermano anche le Segreterie Territoriali di Fim – Fiom – Uilm – Fismic – Ugl – Usb, dopo l’incontro con l’A.D. di Acciai Speciali Terni, avvenuto su richiesta delle organizzazioni sindacali. C’è però da registrare un irrigidimento delle posizioni per quanto si riferisce ad occupazione, budget produttivi, economici e finanziari che Ast si dichiara indisponibile a discutere, rinviando questa parte del confronto alla metà di ottobre.

Per ora, quindi , la direzione aziendale ha illustrato il percorso che vedrà dal 1 ottobre 2020 AST all’interno del divisione multi-track, con l’individuazione di una banca di affari tra ottobre e dicembre che di fatto avvia la procedura di vendita, tardando tra l’altro il percorso già annunciato al Mise lo scorso luglio, mentre nessuna novità si tegistra relativamente alle manifestazioni d’interesse a suo tempo annunciate

Per il resto va registrato un irrigidimento delle posizioni con Fim – Fiom – Uilm – Fismic – Ugl – Usb, ritengono “pericoloso e non accettabile la preclusione dell’azienda nel rispettare i livelli occupazionali previsti, visto anche il non rinnovo di 17 lavoratori somministrati e i continui spostamenti del personale, che aumentano lo stato di preoccupazione e incertezza dei lavoratori. Il reintegro e Il rinnovo dei contratti di somministrazione si rendono, invece, necessari a garantire gli organici tecnologici anche in vista dell’aumento dei volumi e dei futuri assetti industriali”.

Le Segreterie Territoriali hanno chiesto il rispetto dell’accordo in scadenza il 30 settembre 2020, ma Ast  non si è resa disponibile a tale soluzione, ne ad impegnarsi con un nuovo piano per il futuro. Per parte loro i sindacati si sono detti “ndisponibili, al di là del blocco dei licenziamenti, a discutere qualsiasi tipo di ristrutturazione che preveda esuberi di personale operaio, impiegato e quadri e contestualmente invieranno la richiesta di ultra-attività degli accordi relativamente alla parte economica”.

Il rinvio degli altri temi all’ordine del giorno della riunione, è definito dal sindacato come “ulteriormente destabilizzante per il territorio, lo stabilimento e il sistema dell’indotto, che da troppo tempo lavorano senza un progetto industriale. “La fase di transizione può essere pericolosa se gestita in maniera unilaterale da parte dell’azienda” dice il sindacato che ritiene invece “utile in questa fase impegnare tutti gli attori deputati a garantire il futuro certo dello stabilimento