I nazionalismi e i riflessi sulla storia del litorale dell’Adriatico orientale

“Parlare di storia tra identità e cittadinanza. Il dialogo culturale in Istria e Fiume”, l’incontro che si terrà mercoledì 26 febbraio a Perugia alla Sala dei Notari, vuol essere momento di riflessione su eventi colti nel lungo periodo, in una regione dell’Europa, quella del Litorale dell’Adriatico orientale, che presenta un particolare interesse per studiare gli aspetti problematici dell’idea di nazione soprattutto in relazione all’affermarsi dei nazionalismi nel corso dell’Ottocento e del Novecento.

 Questi territori, da Trieste alle Bocche di Cattaro, sotto il dominio politico di Venezia e degli Asburgo, fino alla Grande Guerra, erano stati caratterizzati, oltre che da una forte autonomia amministrativa, dalla convivenza tra diverse identità etnico-culturali: quella italiana, soprattutto nelle città della costa, quella degli slavi del sud (sloveni, croati, serbi e montenegrini) e quella austriaca e ungherese, per limitarci alle principali. La Prima guerra mondiale, che fu anche guerra di nazioni e si concluse con la dissoluzione degli Imperi plurinazionali, andò ad alterare in maniera estremamente conflittuale quella situazione, che si aggravò ulteriormente con il Secondo conflitto mondiale e con l’esodo degli italiani nel secondo dopoguerra per tracimare fino ai conflitti degli inizi degli anni Novanta del Novecento.

In questo quadro si comincia dalla fine, con l’intervento di Franco Papetti dal titolo Fiume: un caso di urbicidio, nel quale il presidente dell’“Associazione Fiumani italiani nel mondo” analizza il processo di destrutturazione del capoluogo quarnerino dal punto di vista economico, politico, culturale ad opera del regime comunista di Tito. Giovanni Stelli entra poi nel cuore storiografico dei problemi con la relazione: Identità e appartenenza nazionale nei territori dell’Adriatico Orientale.

Il passato per leggere il presente. Fiume nel 2020 sarà Capitale europea della cultura; lo slogan che terrà insieme tutti gli eventi, “Il porto delle diversità”, è uno slogan che è anche dichiarazione di status. Così Antonella Ercolani, dell’Università degli studi internazionali di Roma, affronterà il tema: Convivenze, collaborazioni, conflitti a Fiume e Patrizia Pitacco dell’Agenzia per l’Educazione e la Formazione della Repubblica di Croazia terrà una relazione dal titolo: Fare scuola in Italiano a Fiume. Come? Perché?.

L’incontro, che verrà aperto da Leonardo Varasano, assessore alla Cultura del Comune di Perugia e coordinato da Mario Tosti, presidente dell’Isuc, è destinato in particolar modo a docenti di storia della regione, con l’intento di mostrare come sia possibile attraverso questa disciplina discorrere insieme di problemi dell’oggi attraverso la conoscenza di quelli del passato per immaginare un futuro migliore.

L’iniziativa è dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, in collaborazione con la Società di Studi Fiumani e il Comune di Perugia, in occasione del Giorno del Ricordo.