Gastone Tarquini, le moto d’epoca e il “Motogiro”: con lui se ne va un pezzo di storia del motociclismo ternano

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Chissà perché a volte c’è chi immagina i motociclisti come gente rude, poco rispettosa, senza altre qualità che girare fino in  fondo il polso destro per dare gas. Se chi la pensa così avesse conosciuto Gastone Tarquini sarebbe rimasto a bocca spalancata: un gentiluomo, pacato, che parlava sempre con la voce bassa e con l’accenno di un sorriso sulle labbra. Tollerante, paziente con i clienti, perché Gastone vendeva auto e motoricambi per mezzi d’epoca, ma aveva un vero e proprio affetto per le moto Guzzi: le più moderne, sì, ma soprattutto quelle “vere”, le moto Guzzi rosse, grandi, con il volano che girava richiamando alla mente di alcuni le affettatrici dei negozi di generi alimentari di una volta. Ai possessori di una Guzzi d’epoca, qualunque pezzo si rompesse (gli anni pesano anche sui mezzi meccanici) bastava andare da Gastone: lui ce l’aveva o te lo procurava. Prima nel negozio di via Carrara, poi a via Montanara, al villaggio San Giovanni. Perché per Gastone uno che aveva la Guzzi era un amico.

Non a caso era lui ad organizzare ogni anno un raduno: si chiamava “Motogiro” e il significato era solo quello collegato strettamente: un giro in motocicletta trfa appassionati delle due ruote. Guzzi o non Guzzi, tutti potevano starci: la piazza del quartiere San Giovanni si riempiva così di motociclisti: se l’appuntamento era alle 8 e 30 non si partiva mai prima delle dieci, non solo perché si aspettavano i ritardatari, ma perché per molti era l’occasione di rivedersi, raccontare, condividere la passione per “lei”, la Guzzi. Anche se Gastone era specialista nei ricambi di moto d’epoca di qualsiasi marca.

Davanti a tutti c’era la sua Guzzi rossa. Gastone avviava il motore e partiva: una volta Monteluco, una volta Polino, una volta… Sempre tragitti non esagerati. Poi a tavola: la convivialità, qualche premio, un foulard con lo stemma dell’Aquila per le signore.

Poi per questioni di età Gastone interruppe la tradizione. Ma furono i suoi amici a trascinarlo organizzando, loro, il motoraduno “alla Gastone”. E quella domenica di fine settembre del 2018, a tavola, i premi furono per lui. C’era tutto nella targa che gli consegnarono: “Grande Gastone Tarquini, appassionato protagonista e simbolo storico del mondo motociclistico ternano, fantastico promotore e organizzatore di tantissimi eventi aperti a tutto il popolo a due ruote, con gioia ti dedichiamo la rievocazione del “tuo” mitico Motogiro porgendoti questa targa a ricordo di un giorno indimenticabile”. Poi la firma: “Gli organizzatori Danilo, Giuseppino, Sergio, i moto club partecipanti e i tanti amici che ti vogliono bene”. Per i quali Gastone, scomparso venerdì scorso, è davvero indimenticabile.