Elezioni 2023 tra candidature, ambizioni, conferme in bilico: per chi suona la campana?

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Il sindaco di Terni Leonardo Latini e la vicesindaca Benedetta Salvati

Se parli con quelli della Lega non c’è nemmeno da porsi la questione. La ricandidatura di Leonardo Latini a sindaco di Terni è – dicono – scontata e ovvia. D’altra parte, si aggiunge, per nuove elezioni il lavoro dei sindaci uscenti va valorizzato. Si scomoda anche la vicesegretaria regionale, Valeria Alessandrini, la quale – comunque – è in cerca di visibilità conscia com’è che i miracoli elettorali sono sempre possibili (lei si è trovata in un  battibaleno seduta su poltrone sempre più prestigiose fino allo scranno senatoriale) ma non capitano tante volte nella vita.

Va valorizzato, allora, il lavoro del sindaco uscente. E qui nasce qualche domanda: nel caso in ispecie che c’è di  “maiuscolo” da valorizzare? L’aver messo in atto lavori già programmati e in molti casi anche finanziati che stavano sul tavolo del primo cittadino quando Latini è arrivato? L’aver chiuso con un anno di ritardo la ristrutturazione della fontana di Piazza Tacito salvo poi utilizzare un’acqua che essendo ricca di calcare rischia di mandare all’aria i lunghi (e costosi) lavori di recupero dei mosaici? Come mai tanto calcare? I filtri non ce la fanno a compiere il loro dovere?

O vogliamo parlare del “peso specifico” che Terni si è “guadagnato” nelle questioni regionali a partire dalla sanità? E che dire del fatto che Terni in un’estate torrida sia tornata agli anni Sessanta del secolo scorso quando poteva contare su un’unica piscina, quella del Circolo Lavoratori? E sul teatro Verdi e la sua ristrutturazione che novità abbiamo?

Fortuna che ora Ulisse e l’Ombra, ossia il sindaco e la vicesindaca nonché delegata ai  Lavori Pubblici, hanno trovato un “cavallo di battaglia”. Ha scritto trionfante Ulisse sui social: “Un ascensore inclinato alla Cascata delle Marmore e battelli elettrici fino al lago di Piediluco. Terni avrà la sua water way, la “via dell’acqua” (quando a uno gli dice male! Manco a farlo apposta siamo in siccità, ndr) che ridisegnerà completamente l’attrattività del ternano, promuovendo una nuova idea di turismo e creando maggiori prospettive”. In effetti si tratta di un grande progetto nell’annunciare il quale il sindaco non dimentica, stavolta, di ringraziare la Regione Umbria e la Fondazione Carit dato che una autorizza e l’altra mette mano al portafogli. Ma dimentica, il sindaco, l’apporto di Enrico Melasecche il quale non ci ha messo più di dieci minuti a ricordare che se non era per lui… “Plaudo alla decisione di procedere finalmente alla realizzazione del progetto che ho seguito, promosso e caldeggiato convintamente. Sono trascorsi circa quattro anni da quando l’imprenditore Giunio Marcangeli mi presentò a Palazzo Spada quel progetto. L’ho sempre sostenuto con grande convinzione”. Come a dire: era ora!

D’altra parte non perde mai un’occasione per sottolineare il suo saper fare, l’assessore regionale, leghista sospeso e poi rientrato dopo un colloquio e una trattativa coi vertici massimi del partito. Dopo le “frizioni” si sono trovati d’accordo: su quali basi? Si ricorderà che la querelle si snodava attorno alla mancata schiodatura – da parte di Melasecche – dalla sedia di consigliere regionale, così come la Lega gli chiedeva con insistenza dopo  averlo nominato assessore. Come mai i vertici della Lega sono stati così convincenti e l’assessore ha lasciato il posto di consigliere? Certo non per un diktat: figurati se Melasecche si piega. Qualcosa lo ha convinto a farlo, forse l’impegno di fare in modo che realizzi un sogno, un’ambizione, un pallino: forse quello che il nostro eroe coltiva da trent’anni e più? Quello di essere, cioè, il sindaco di Terni… Un’impuntatura, un frutto succoso che, con l’acquolina in bocca, ha guardato a lungo da sotto l’albero ai cui rami quel frutto era attaccato e che è sempre rimasto lì, a portata di mano, tante volte allungata a coglierlo ma sempre un po’ troppo in alto per arrivarci. Anche nel ’99, quando fu il candidato erede – ma non troppo – di Ciaurro alle comunali ternane vinte al primo turno dal centrosinistra e in cui – nessuno lo ricorda – Leonardo Latini era candidato al consiglio comunale nella lista della Fiamma Tricolore.

Come uno sparviero Melasecche vigila, interviene su tutto quel che si fa a Terni, ricorda ogni volta che se non ci fosse stato lui…

Insomma la sedia di Ulisse trema. Anche perché ci sarà pure da fare i conti con gli alleati del centrodestra. Forza Italia che in Comune ha acquisito un consigliere (Doriana Musacchi dal Misto) ha fatto capire che ci sarà da discutere; i Fratelli d’Italia non fanno tanto rumore per il momento, ma non mancano i “rumors”: l’insoddisfazione per come vanno le cose a Terni si può quasi toccare con mano per quanto è concreta, e sembra addirittura che riesca a far da collante tra i due gruppi in cui sono divisi a livello di partito umbro, mentre Orlando Masselli (assessore al bilancio) starebbe facendo le prove davanti allo specchio per vedere come sta con la fascia tricolore addosso.

Ulisse e l’Ombra – d’altra parte – se ne sono resi conto e starebbero pensando al piano “B”: una lista Civica con loro due a far da apripista ad una serie di volenterosi. Pronti a raccapezzare tutte le briciole, magari adocchiando le poche decine di voti di qualche transfuga o di qualche elemento di scarso cabotaggio che cerca un modo – sia quello che sia – di restare in consiglio comunale, perché lavorare stanca.

Conti tutti da fare Tali e tante sono le varianti in gioco. Non ultima: chi l’ha detto che i risultati delle comunali del ’23 saranno la fotocopia di quelli del ’18? Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, gli equilibri sono cambiati. E c’è di più: non suona per nessuno la campana dei ballottaggi di domenica scorsa?