Dal Vescovo di Terni l’invito a mettere da parte le divisioni per il bene della città

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“Quarant’anni fa, il papa san Giovanni Paolo II, a partire dalla esperienza del lavoro in fabbrica, annunciò nella nostra città il vangelo del lavoro, dell’amore, della vita. Oggi alcune problematiche sono cambiate e migliorate solo in parte, mentre siamo alle prese con una crisi di sistema, di trasformazioni che non riusciamo a cavalcare, e da un anno con la pandemia del Covid-19, che ha prostrato la nostra società e anche il nostro territorio”. Così il vescovo di Terni, mons. Giuseppe Piemontese nell’omelia pronunciata alla celebrazione per l’Accia Speciali Terni nella ricorrenza della visita del papa alle acciaierie di Terni il 19 marzo 1981.

La Celebrazione della messa di domenica 21 marzo annunciava e anticipava la pasqua nella festa di san Giuseppe lavoratore, sposo di Maria, padre putativo, adottivo di Gesù e patrono della Chiesa universale.

Una messa particolare a cui hanno preso parte i rappresentanti di AST, dirigenza e lavoratori, in presenza e a distanza, insieme ai rappresentanti di tutto il mondo del lavoro di Terni e alle istituzioni civili, militari, alla comunità diocesana nei rappresentanti delle associazioni, movimenti, guidate dai sacerdoti parroci. Insomma tutta la comunità si è convocata per ricordare e sottolineare la storica visita di papa Giovanni Paolo II, oggi santo, alle Acciaierie, alla città di Terni e alla Diocesi di TNA.  

“La memoria della visita a Terni del papa san Giovanni Paolo II, 40 anni fa, col suo messaggio di speranza, tuttora attuale, alle Acciaierie, al mondo del lavoro, alla città, alla diocesi, può sostenere gli sforzi della chiesa, dei concittadini, uomini e donne di buona volontà, a promuovere il rinnovamento e lo sviluppo sociale e religioso – ha detto il vescovo di Terni – Rivedendo i gesti di quella visita memorabile, e le parole del papa santo possiamo trovare spunti e suggerimenti per inventare e seguire vie di un nuovo umanesimo e crescita sociale. La nostra città, capoluogo e capofila della pluralità delle città e dei castelli del territorio, non può rassegnarsi al declino indotto da scelte sbagliate locali e generali, da egoismi di campanile o di parte, e da ultimo dalle asfissie, dalle limitazioni e dai fallimenti causati dalla pandemia.

“Parafrasando le parole di Gesù, è utile prendere consapevolezza che “se una città è divisa in se stessa, va in rovina; e una casa cade sull’altra” (Lc 11, 17) – ha aggiunto mons. Piemontese – In un’ora grave e delicata, varie vicende politiche hanno portato la nostra Italia a dotarsi di un governo di collaborazione nazionale. Un analogo spirito dovrebbe spingere la classe dirigente e tutte le forze culturali, civili, politiche e sociali più significative della città e della regione in uno straordinario sforzo generoso a collaborare a favore della Next Generation a Terni, in Umbria, in Italia e in Europa. Alcune menti illuminate sono già al lavoro con proposte ideali ed operative. Va sostenuto e promosso da parte dei responsabili della Civitas ogni sforzo e progetto positivo e propositivo di risveglio e di sviluppo civile, sociale e religioso”.

“La comunità ecclesiale, celebrando il gesto più santo ed efficace della propria esperienza religiosa, l’Eucaristia, vuol dare il proprio contributo per promuovere un senso alto del lavoro umano e l’edificazione di una nuova società – ha concluso il vescovo – Il pane e il vino, “frutto della terra e del lavoro dell’uomo” nell’Eucaristia diventano Gesù Cristo, cibo e bevanda di vita, medicina che cura il corpo, l’anima e lo spirito, debilitati da comportamenti autodistruttivi e dalla pandemia. L’Eucarestia, convito dei credenti, rinnovato ogni domenica, giorno del riposo dal lavoro e della festa, diventi per tutti premessa, modello e speranza certa di un futuro di giustizia, di condivisione e di benessere nella comunità degli uomini”.