La 31. edizione, come da calendario – essendo il concorso biennale – avrebbe dovuto aver luogo nel 2016. Dimenticanza. Una delle tante che si sono viste. Ora, in ogni modo, sono stati annunciati i nomi dei 28 pianisti, selezionati tra 117 candidati, ammessi a partecipare alle prove finali del 31° Concorso Pianistico Internazionale Alessandro Casagrande. La giuria delle preselezioni, composta da Carlo Guaitoli, Angelo Pepicelli e Mariangela Vacatello, si è congratulata con tutti i concorrenti per l’altissimo livello artistico di ciascuno, che ha reso particolarmente ardua la selezione.
D’altra parte è tradizione. Il concorso Casagrande è proverbiale per il suo rigore, non a caso – nonostante tutto – è ancora ricordato come uno dei più importanti concorsi pianistici del mondo, e per i vincitori una specie di “patente” di grande concertista con quel che ne consegue. E’ accaduto, tanto per dire, a gente che si chiama Alexander Lonquich, Ivo Pogorelich, Herbert Schuch, Evgenich Bozhanov. Per farsi capire dagli appassionati di calcio, sono i corrispettivi di Maradona, Pelè, Zico e Messi.
Gli del fulgore furono quelli tra il 1987 e il 2010 (ma la prima edizione è del 1966): il sostegno arrivava dal Comune di Terni, poi dal Ministero dei Beni culturali, dalla Regione Umbria. Ma Il Comune, in ristrettezze, ha passato la mano nel 2011, la Regione Umbria subito dopo, nel 2012, il Ministero le è corso appresso.
Nel 2014 si è svolta l’ultima edizione: Comune e e Regione misero mano al portafogli, insieme a Camera di Commercio e Fondazione Carit. Il Ministero niente. Le risorse furono utilizzate ricorrendo al bilancino dell’orefice, ma arrivarono a Terni ottanta pianisti da tutto il mondo col seguito di maestri, famigliari, mogli, mariti e fidanzati. Per una quindicina di giorni diversi albergatori hanno sorriso.
Nato annuale, il concorso che ricorda un grande musicista ternano è diventato biennale. Passare al “quadriennale” sarebbe stato deleterio.
w.p.