Ambiente, l’M5S amplia la polemica del caminetto e chiede le dimissioni del vicepresidente Morroni

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Roberto Morroni con la pesidente Tesei

Il Movimento 5 stelle si scatena e a margine della polemica innescata con l’assessore all’ambiente del Comune di Terni, chiede ora le dimissioni del vicepresidente della Regione Roberto Morroni il quale avrebbe pronunciato “inaccettabili e gravissime parole intervenendo al convegno di presentazione del progetto Airselfie2 di ARPA Umbria”. “Affermazioni – sostiene l’M5S – che reclamano le dimissioni e un immediato passo indietro. La città di Terni non può più in alcun modo sopportare l’umiliazione attraverso la banalizzazione del dramma ambientale della conca”.

Quali parole? Riferisce M5S: “Entrare dentro le case di ognuno e chiedere: amico che cosa usi per riscaldarti? Non è una battuta riuscita male, ma sono le esatte parole pronunciate dall’assessore regionale all’Ambiente che ha poi aggiunto: “Quando ci si attanaglia sui temi ambientali, visto che ci sono di mezzo morti e malattie gravi, la demagogia è irritante e fuori luogo. Serve conoscenza dei dati e responsabilità individuale. Si parla di transizione ecologica, ma poi nella prassi quotidiana sembra sempre che debba essere qualcun altro a fare. Le nostre abitudini, gli stili di vita e chiama tutti a uno scatto di responsabilità”.

“Una giunta regionale di passacarte che continua a colpire spostando per l’ennesima volta l’origine e le cause dell’inquinamento verso i comportamenti individuali in una città con oltre un secolo e mezzo di industrializzazione. Non una semplice retorica negazionista ma affermazioni esclusivamente utili a giustificare furbescamente il grave squilibrio territoriale nell’allocazione delle risorse, non ultime quelle del PNRR”, attacca il Movimento.

“Mentre a Terni lasciano le briciole per cambiare camini e stufe, nelle latitudini del perugino si programmano miliardi di investimenti – conclude l’M5S – Progetti mastodontici come quello del polo dell’idrogeno a Gualdo Cattaneo, una scelta totalmente fuori luogo di fronte a due siti dell’industria pesante come Terni e Gubbio che avrebbero veramente bisogno di ricerca e risorse nella transizione ecologica dei processi produttivi. Investimenti oltretutto imprescindibili in un delicato momento di passaggio come quello della cessione delle acciaierie, che richiedono una prospettiva di lungo termine sul campo della sostenibilità ambientale. Invece di investire incentivando la riduzione delle emissioni fuggitive, quelle non captate, il riciclo dei residuali delle scorie creando mercato e filiera del riutilizzo delle stesse, chi governa la regione dice che non serve perché il vero problema sono le stufe a legna”.