Altro che unità, a Palazzo Spada sui buoni spesa scoppia la bagarre

La faccenda è che non ci si limita a litigare, ma di dà la stura ad una specie di “lite al quadrato”. Sembra quasi un talk show televisivo di quelli di prima della buriana coronavirus. Invece è proprio un cinema, come si dice. Tra maggioranza e opposizione a Palazzo Spada scoppia la lite sui buoni spesa, ci si riunisce, si ragiona e poi si comincia a prendersi a spintoni mentre si versano, da parte di entrambi i contendenti, lagrimoni di coccodrillo perché in un’emergenza come questa del virus bisognerebbe collaborare, ma come si fa con quelli?

Casus belli: i buoni spesa, quella parte dei 400 milioni stanziati dal governo per consentire ai Comuni di erogare a persone e famiglie in difficoltà economiche (individuate secondo gli indici di povertà dei territori) un aiuto per acquistare generi alimentari e altri beni di prima necessità. A Terni sono stati assegnati, a questo scopo, quasi 654 mila euro (653.680,54 per l’esattezza). L’annuncio del governo è di sabato 28 marzo. Il 2 aprile, la riunione che ha innescato l’ennesima polemica ed ha mandato su tutte le furie le forze di maggioranza: “È giusto che i cittadini sappiano che la mattina del 2 aprile tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza – dichiarano i capigruppo della Lega, Federico Brizi, di Fdi, Maurizio Cecconelli, di Fi, Lucia Dominici, di Terni Civica, Michele Rossi e del misto, Doriana Musacchi –  si sono riunite con il sindaco Latini e l’assessore al Welfare per confrontarsi e condividere le misure per affrontare l’emergenza che viviamo. Riunione proficua che si è conclusa con la volontà di agire in modo unanime per dare risposte concrete ai cittadini”. Siamo a buon punto, dato che il Covid maramaldeggia solo da qualche settimana.. Sai com’è: gli impegni elettorali, prima; la necessità di rendersi conto, dopo… Un momento ci vuole.

Comunque ci siamo arrivati. Allora tutto bene? Manco per sogno. C’è sempre qualche complicazione. Va stabilito chi è che sta in prima fila davanti ai cittadini. C’è sempre il rischio che ti scavalchino e si mettano lì davanti col sorriso a 44 denti e la faccia ugualmente contrita (ai politici riescono di questi miracoli).

Ecco ciò che, soprattutto debbono sapere i cittadini. Che quei furbacchioni delle opposizioni, ci hanno provato e, informa la maggioranza al Comune di Terni, “A sole due ore dal termine della riunione decidono di pubblicare un comunicato” che spezza il clima di collaborazione della teleriunione. Non si fa! sbotta, piccata la maggioranza che bolla il comportamento degli avversari “cosi strumentale e politicamente scorretto”. Questo è – continuano i consiglieri di (centro)destra – “l’atteggiamento di chi senza scrupoli politici neanche su temi così delicati e in un periodo così emergenziale, non perde l’occasione per attaccare la maggioranza e intestarsi meriti. Dimostrano ancora una volta di non saper cogliere l’opportunità di un sereno confronto ma di preferire la polemica e gli attacchi sperando di procurarsi facile consenso. Non tradiscono solo la nostra fiducia ma quella di tutta la città che in un momento come quello che stiamo vivendo meriterebbe ben altre responsabili e corrette condotte”.

Che si diceva di così prevaricante in quel comunicato? “I buoni spesa dell’emergenza Covid-19 vadano rapidamente a chi ne ha realmente bisogno – è scritto nella nota M5S, Senso Civico, Terni Immagina e PD – gli oltre 650 mila euro messi a disposizione dei Ternani dal Governo  per i buoni spesa – erogazione che in queste ore si sta contabilizzando –  servono per dare risposte immediate ai cittadini, che non possono attendere riunioni, passerelle o inutili paletti messi sulla pelle di tutti coloro che hanno sofferto in maniera drammatica anche dal punto di vista economico questa emergenza sanitaria”. “Il comune di Terni – continua la nota –  è già in ritardo rispetto alla maggioranza dei comuni italiani che sono già in fase di bando o addirittura, in alcuni casi, di erogazione. L’indicazione del provvedimento è chiara ed è quella di partire dal fabbisogno e dalle povertà. La tragedia è che il comune di Terni non ha nessun archivio che realisticamente può darci questo indicatore”.

Considerazioni cui si aggiungono alcune proposte, tutte tese a velocizzare le procedure, ad assicurare la “tutela per tutti gli indigenti” non ignorando chi “grazie a dati oggettivi sulle povertà estreme rientra in altri tipi di sostegno pubblico”, a coinvolgere tutte le associazioni che già hanno dimostrato in queste settimane la loro capacità di conoscere e aiutare il territorio, in particolare le 14 iscritte all’elenco dei servizi alle persone”; ed infine controlli efficaci sugli aventi diritto.

Proposte, dicono quelli della minoranza, non critiche. Ma visto che i loro dirimpettai nell’aula di Palazzo Spada se la sono presa veramente a male, si sono sentiti tirati per i capelli, ed hanno sfornato la replica alla replica: “Se le minoranze avessero voluto usare toni polemici avrebbero adoperato ben altre argomentazioni per attaccare la maggioranza, a partire dall’atteggiamento assunto dalla Regione Umbria, che a differenza di altre non ci risulta abbia stanziato fondi aggiuntivi rispetto a quelli governativi”, è scritto in una nota di risposta al (centro)destra in cui si sottolinea “che i primi a fare polemica rispetto ai soldi per i buoni spesa sono stati proprio i leghisti. Probabilmente, se invece di perdere tempo a scrivere letterine sotto dettatura contro il governo, avessero disposto e fatto partire un confronto subito, oggi noi non avremmo 650mila euro bloccati e non saremmo uno dei Comuni più ritardo d’Italia per l’erogazione dei buoni spesa”.

In chiusura il ringraziamento al sindaco “per essersi comunque attivato per questo confronto: resta il nostro unico interlocutore, per il solo bene della città” ed ovviamente l’aggiunta: “In questo momento, non riteniamo utili  polemiche sterili di parte”. Figurarsi!