Addio a Francesco Mandarini, terzo presidente della Regione Umbria

francesco mandarini
Primi anni Settanta: Mandarini in consiglio regionale

A 28 anni, nel 1970, Francesco Mandarini si trovò ad essere uno dei “padri” della Regione. Fu eletto,, infatti, nel primo consiglio regionale umbro divenendo poi assessore al Bilancio. Fu, negli anni successivi (dal 1987 al 1991) il terzo presidente della Regione dopo Pietro Conti e Germano Marri, un incarico che ricoprì fino alla nascita del Pds. Oltre che politico, Mandarini – scomparso a Perugia al compimento degli 80 anni essendo nato il 14 marzo del 1942 – è stato , dirigente d’azienda e giornalista pubblicista. Negli ultimi anni è stato nella redazione di Micropolis mensile umbro che da 22 anni esce come allegato del Manifesto. Già membro del CDA della cooperativa che gestiva il giornale è stato presidente della Manifesto Spa.

Da “Scritti a perdere”, il suo blog, è tratto l’articolo che qui sotto viene riprodotto, un commento-analisi della situazione politica umbra dopo le elezioni regionali del 2019.

Macerie

di FRANCESCO MANDARINI

L’impresa non era facilissima. Si trattava di far dimenticare decenni di lotte di emancipazione che la sinistra umbra e italiana avevano condotto per costruire una identità alla nostra comunità. L’Umbria che  usciva dal conflitto mondiale era terra  di sottosviluppo e di degrado sociale ma aveva una classe dirigente di grande  passione .e capacità.  Intellettuali, imprenditori, artigiani e mezzadri riuscirono, in un conflitto sociale  aspro e durissimo, a costruire una classe dirigente di prima qualità.

La sfida tra le classi sociali avvenne appunto sulla qualità delle iniziative e sulle propote migliori per conseguire un avanzamento complessivo della vita dei vari ceti e classi sociali . Per molti anni le classi dirigenti politiche, imprenditoriali e culturali hanno saputo far parte dei territori più innovativi del Paese a dispetto dell’irrilevanza del numero di abitanti e delle ridotte dimensioni territoriali. Un ceto politico mediocre e ottuso è riuscito nell’impresa di fare dimenticare tutto questo a vantaggio di una destra a guida Salvini.

Ci vorrà tempo per capire, dipende dalla volontà delle classi dirigenti della sinistra che, ad oggi, continuano a balbettare spiegazioni risibili. Difficile indicare il momento in cui é iniziato il distacco della Sinistra  dalle forze sociali e culturali che ha rappresentato per decenni. Più semplice capire che la lunga stagione del “nuovo che avanza” è riuscita a disintegrare alla radice quella comunità articolata del popolo della Sinistra.. Bisognerà studiare molto senza pregiudizi e con rigore per capire quali processi locali e nazionali hanno riportato l’Umbria ad essere rilevante quanto  un quartiere di Roma.