E quindi quello del 13 febbraio è stato un altro incontro interlocutorio, cui la ThyssenKrupp non ha partecipato, il ministero ha mandato un funzionario che non ha mai trattato la questione, di conseguenza la Regione si è limitata, anch’essa, ad inviare un funzionario,mentre il sindaco di Terni, Latini, c’era con tanto di assessore comunale all’ambiente di scorta. Mossa intelligente quest’ultima, ma che appare al momento velleitaria, perché per parlare della questione salute-occupazione, ammesso che si trovi un interlocutore disponibile, sarà forse il caso prima confrontarsi con qualcuno del “ramo” anche da queste parti, cosa peraltro su cui lo stesso sindaco si è pronunciato: “Da parte dell’azienda c’è stato l’annuncio, accolto positivamente, di investimenti per 57 milioni di euro nel biennio 2019/2020, di cui 20 milioni per investimenti in tema ambientale, oltre i 10 già previsti per la problematica relativa alle scorie – ha riferito Latini – Si tratta a nostro parere di investimenti fondamentali in vista di un nuovo patto tra la città e Ast di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi. Ma proprio per questo abbiamo chiesto che gli interventi e le strategie a tutela dell’ambiente sostenute da tali investimenti, debbano essere condivisi con le istituzioni locali che rappresentano i cittadini ternani”.
Comunque i sindacati insistono e chiedono un altro incontro, sempre al Mise, ai primi di marzo e in quella occasione vorrebbero che almeno Burelli portasse un pezzo di carta su cui discutere. Loro, i sindacati, ovviamente c’erano al Mise, ed in forze: insieme alle Rsu le segreterie nazionale di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic, Ugl, Usb.
“Le linee guida illustrate oggi dall’azienda – hanno dichiarato Rosario Rappa, segretario nazionale, e Mirco Rota, coordinatore nazionale della siderurgia per la Fiom – riguardanti occupazione, produzione e investimenti non ci hanno convinto. Sia perché si riducono i volumi da produrre rispetto al vecchio piano, sia perché si riduce l’occupazione, con 68 esuberi tra i diretti e i 136 interinali, e sia perché non c’è chiarezza per quanto riguarda la qualità e l’efficacia degli investimenti”. Per la Fiom “rimangono forti dubbi per quanto riguarda il proposito aziendale di procedere con alcune terziarizzazioni, ad oggi non specificate”. “Per evitare di trovarci davanti a situazioni sgradevoli – concludono Rappa e Rota -abbiamo chiesto al governo, che ha dichiarato di ritenere strategica l’azienda e la sua produzione di acciaio inox, di seguire direttamente la trattativa e all’azienda di non prendere iniziative unilaterali fino al prossimo incontro.”