Truffatore ternano in manette: prometteva appalti Nato

Truffatore

Roma, 3 agosto 1961

Un truffatore. Ma di quelli audaci e sfrontati davvero. In poco tempo era riuscito ad intascare diversi milioni di lire. Ma la parabola per lui, Nello Bisson, ternano, 48 anni non fu molto ampia, perché finì in galera. Anzi, quando scoprirono il meccanismo della truffa, lui in galera ci stava già, a causa di alcuni mandati di cattura che erano pendenti su di lui.

Il militare? Besson manco lo aveva fatto. E la divisa quella vera non l’aveva mai indossata. Però vestito da tenente colonnello dei carabinieri faceva la sua figura. E sfruttò la situazione. Spacciandosi per ufficiale dell’Arma, si presentava quale ufficiale membro italiano del comando della NATO. Uno che poteva decidere, specie per quanto si riferiva a lavori da dare in appalto.  Ne aveva promessi per tredici miliardi di lire ad alcuni industriali di Roma, Milano e del Sud Italia. Certo, l’interessamento non era gratis… E così s’era messo in tasca diversi soldi.

Cominciò quasi per caso, quando conobbe un costruttore edile romano, Renato Manetti. Lui, Bisson, intanto girava in uniforme. Non si sa mai. Poteva sempre capitare un’occasione. E l’occasione gli capitò quel giorno. A Manetti promise appalti per la Nato per un valore di cento milioni. Lui si contentava di un atto di riconoscenza: il 2 per cento. In contanti e subito. Manetti gli consegnò i due milioni. Ormai il ghiaccio era rotto. Di questa magnaminità del colonnello si cominciò a parlare in ceti ambienti. Tanto è vero che Giulio ed Erminio Panetti, imprenditori milanesi, furono loro a cercarlo. E lui li fece subito felici. Appalti per cantieri Nato in varie località italiane per un totale di tredici miliardi di lavori. Anzi, a dir la verità apparve anche molto onesto contentandosi  di una mancia di tre milioni. Dagli imprenditori milanesi a quelli della Società Tramvie del Sud cui prospettò un investimento molto consistente da parte di una società americana. Per lui? Bastava un milione.

Bisson a questo punto si fece i conti suoi: in poco aveva guadagnato” sei milioni. Poteva bastare. E sparì. Aspetta, aspetta, i “clienti” si decisero a cercarlo, ma agli indirzzi che aveva fornito, il Bisson, non lo conoscevano. Si rivolsero allora al comando generale dei carabinieri. “Bisson? – risposero –mai  esistito un carabinieri con questo nome e tanto meno un ufficiale”. Ma le indagini cominciarono subito e  durarono poco. Scoprirono subito tutto. Solo che Bisson era sparito. Per forza, stava in galera per altri fatti.

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