Treofan, i sindacati chiedono la “continuita’ produttiva” e si muove pure Palazzo Spada

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Treofan
Picchetto dei lavoratori Treofan a Palazzo Spada nei mesi scorsi

I sindacasti hanno respinto la procedura di licenziamento collettivo della Treofan ed hanno chiesto chiesto la continuità produttiva, tramite l’apertura della CIGS che permetterà di avere tempi più congrui rispetto ai 75 giorni previsti dalla liquidazione. E’ la stessa richiesta avanzata martedì 1 dicembre nell’incontro al Ministero dello sviluppo economico,ribadita stavolta nel confronto di mercoledì 2 dicembre tra le organizzazioni sindacali nazionali, territoriali, Rsu con il liquidatore di Treofan, alla presenza della Confindustria dell’Umbria.

I sindacati, infine, hanno richiesto un rinvio per fornire documentazione atta ad avvalorare le proprie tesi sull’incongruenza dei contenuti e della forma della procedura.

Nel frattemmpo c’è stato – era ora! – il pronunciamento del consiglio comunale di Terni che ha approvato, un atto di indirizzo sulla vicenda Treofan in cui l’assemblea “condanna le scelte scellerate della multinazionale, che intende chiudere lo stabilimento  di  Terni,  nonostante  il  suo  indubbio  valore  produttivo  e  la  sua virtuosità a livello nazionale ed europeo; sottolinea  la  valenza  strategica  che rappresenta il sito  produttivo  Treofan  per  Terni,  per l’Umbria e per l’intero Paese, tanto da renderlo,  insieme all’intero comparto chimico ternano, confacente con quanto previsto dall’art. 43 della Costituzione; ritiene che il Sindaco debba intervenire in tutte le competenti sedi istituzionali, in primis  al  Mise,  per  tutelare  i  livelli  occupazionali  e  produttivi della Treofan; ritiene fondamentale  l’esigenza  di  operare  per  obbligare  Jindal  alla  cessione  dello stabilimento ternano; richiede altresì al sindaco di riferire periodicamente al  consiglio  comunale  sugli sviluppi ed esiti di questa vertenza; esprime solidarietà alle maestranze tutte e alle loro famiglie, che vivono da mesi  una  situazione  critica  e  che  chiedono soltanto  di  avere il diritto di  continuare  a lavorare”.
Il consigliere comunale di Forza Centro, Emanuele Fiorini, spiega così la sua astensione: “Voglio prendere le distanze da un certo modo di fare che non serve a niente, che non aiuta in alcun modo i lavoratori e le loro famiglie. L’atto di indirizzo è la foglia di fico per coprire chi non ha fatto niente, che non si è mosso per tempo, Io sono per fare una azione veramente forte, tutta l’Amministrazione Comunale, tutto il consiglio comunale, devono andare a parlare con il presidente Conte perchè ormai solo un intervento del governo nazionale, forse, può fare qualcosa”. 
Anche la consigliera del Pd Tiziana De Angelis ha voluto fare una dichiarazione: “Ho votato l’atto di indirizzo per il grande rispetto che ho per i lavoratori della Treofan e del dramma che stanno vivendo. Condivido però molte delle parole della dichiarazione di voto di Fiorini in quanto in questi mesi su questa vicenda il sindaco Latini è stato  assente e non può essere certo ora un atto di indirizzo a colmare il lavoro non fatto”. 

Si è mosso anche il presidente del consiglio comunale (la seconda carica istituzionale dopo il sindaco), Francesco Ferranti, il quale con “nobile dichiarazione, ha annunciato di aver avuto “il piacere di parlare con il coordinatore regionale di Forza Italia, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, affinchè si attivi anche lui ai massimi livelli per sensibilizzare il Governo sulla drammatica vicenda della Treofan. Confrontandomi con lui abbiamo convenuto sulla opportunità di  contattare il presidente Silvio Berlusconi affinchè egli possa interloquire direttamente con i vertici del governo”. “Con Andrea Romizi – aggiunge – abbiamo convenuto che il lavoro di Forza Italia, dei suoi parlamentari Raffaele Nevi e Fiammetta Modena, del coordinamento regionale azzurro di cui sono membro, possa essere un valido contributo al forte impegno del sindaco Latini che da mesi segue quotidianamente queste vicenda”.  E anche quest’ultima è una notizia.