Terni, l’occhio lungo del Comune: servizi per sedi e scuole ai privati per 15 anni al modico prezzo di 30 milioni

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Un affare. I servizi globali relativi agli immobili di proprietà comunale affidati ad un unico operatore attraverso la procedura di project financing costeranno al Comune di Terni soltanto 2 milioni e quasi settecentomila euro l’anno. E sarà così per i prossimi quindici (15) anni. Ora – dice uno – chi è questo operatore che si assume un rischio così grande? Perché servizi globali significa anche fornitura di energia, ossia elettricità e gas, e visto l’andamento dei prezzi in questo settore, con aumenti stratosferici dei costi… Eh no. Perché siccome ‘cca nisciuno è fesso! il costo annuale del servizio prestato dall’operatore privato potrà essere rivisto. Un minimo di garanzia ci vuole, d’altra parte. E per lo stesso motivo, proprio perché il piano finanziario dell’operazione abbia una sua positività, c’è bisogno che il contratto di project financing duri almeno 15 anni, come ben  specificato nella proposta di project financing presentata dal privato e fatta propria dalla Giunta. Il che significa un impegno (e un esborso già fissato) che viene sottratto alle decisioni di future amministrazioni comunali. Per altre tre sindacature, all’incirca, il Comune di Terni non avrà nessun problema sul piano del mantenimento e della efficienza di scuole, sedi municipali e roba del genere: vai col tango, paghi 2 milioni e settecentomila euro (o quel che sarà perché in 15 anni ti pare che non si presenteranno le condizioni per una revisione in crescita della spesa?) e dormi sonni tranquilli.

Comunque l’amministrazione comunale è decisa. Questa è la strada. Il partner privato c’è  e meno male perché non è che ci si faccia a correre (sembra). Anzi… Per la verità ci sarebbe stato anche un altro operatore che si sarebbe detto interessato, ma come ha spiegato la vicesindaca in consiglio comunale lunedì, quello non dava le stesse garanzie rispetto al già prescelto. E quindi niente da fare per lui.

Al solito le opposizioni (Pd, M5S, Terni Immagina, Senso Civico) e il consigliere del gruppo Misto Valdimiro Orsini. si sono messe di traverso quando l’atto è arrivato (appunto lunedì 7 marzo) in consiglio comunale. Praticamente hanno monopolizzato la seduta con i loro interventi, ripetitivi, arroganti (hanno presentato addirittura quattro emendamenti) tanto che ad un certo punto la vicesindaca è sbottata: “Io me ne vado”. E tanti saluti a tutti. L’ha immediatamente sostituita il sindaco, però, che per parte sua, seppur sollecitato ad intervenire, è rimasto muto: evidentemente per lui l’argomento non è più in discussione. E comunque non ha dato soddisfazione a quelli dell’opposizione che sproloquiavano parlando di comportamenti da parte di Giunta e maggioranza da guardare con la lente d’ingrandimento, quasi ad augurarsi interventi di controllo dall’esterno. Roba che non meritava nemmeno la soddisfazione di una interlocuzione. Gli emendamenti presentati riguardavano la durata della concessione (troppi quindici anni), la spesa (dato che certe manutenzioni e servizi sono stati appaltati di recente ad un costo che secondo loro sarebbe addirittura della metà), ed altre quisquilie come chiedersi che ci sta a fare Terni Reti che bene o male è una srl di cui il Comune è unico socio e che fu costituita per occuparsi di queste faccende.

Non sapendo come allungare il brodo, hanno cominciato a fare gli offesi solo perché un funzionario comunale ha espresso parere negativo sull’accoglimento degli emendamenti spiegando – ad esempio – che il contratto di concessione perché si regga finanziariamente (ossia perché il partner privato non ci rimetta) non può durare meno di quindici anni. Partendo da qui hanno costruito un  teorema: hanno cioè sostenuto che il consiglio comunale non può decidere né può cambiare decisioni già prese perché un impiegato dice di no. Un impiegato che a questo punto dev’essere Mandrake.

Accuse e valutazione campate per aria, come se non fosse poi il consiglio comunale, quando la discussione sarà completata, a votare sì alla proposta della Giunta. Lo vogliono capire o no che loro sono la minoranza e quindi ci “hanno da sta’”? Loro chiacchierano, chiacchierano ma poi quando ci si conta arrivano sempre secondi. Com’è successo col voto sugli emendamenti – che erano stati presentati tutti dal consigliere Valdimiro Orsini del gruppo Misto – i quali sono stati tutti e quattro respinti. Avrebbero fatto meglio a seguire il consiglio del capogruppo della Lega, Federico Brizi: “Le vostre sono manovre dilatorie… Tanto l’atto poi lo partoriamo, non è mica un problema!”. Lassatece lavora’ che noi facciamo i fatti – diceva quel comico –  e non altro.

La votazione finale e, come dice Brizi, l’approvazione dell’atto è rinviata alla prossima seduta del consiglio: perché lunedì alle 19 e 30 in punto i lavori sono stati sospesi, come da orario prefissato. Mica è previsto un gettone di oresenza in più per lo straordinario!