Terni: le opposizioni e il tentativo di avviare un dibattito sul futuro della città

bugiarda consulta valley
bugiarda
L’aula consiliare di Palazzo Spada

Intanto va salutato con favore il tentativo di marciare in accordo tra loro. Lee forze di opposizione al Comune di Terni bene o male rappresentano – come ricorda il capogruppo del Partito Democratico Francesco Filipponi – il 45% per cento dell’elettorato ternano. Una concordanza di intenti e di azioni che loro auspicano “possa dare risultati per la città di Terni tutta”.

I consiglieri comunali del M5S, del Pd, di Senso Civico e di Terni immagina mettono in mostra un senso di disagio conseguenza di un dibattito politico sempre più asfittico, spesso incentrato su operazioni di facciata ed a volte di propaganda, di piri piri attorno all’ombelico dell’elettorato più che di approccio, valutazione e ricerca di soluzioni durature ai problemi dei cittadini, intesi più come tali che non come soggetti depositanti schede in un’urna

Quel che prima di tutto chiedono le opposizioni è che si avvii la discussione, che la città si interroghi sulle questioni serie più che sui nomi delle piazze, sul taglio di un pino, sui “grandi lavori” che per ora sono più che altri transenne di cantieri semideserti. Allora prendono l’iniziativa, le opposizioni, e annunciano la convocazione di “Stati Generali del lavoro e della città” per cercare risposte alla crisi economica, ai dati allarmanti sulla situazione ambientale denunciando nel contempo “le assenze dell’amministrazione comunale sui temi centrali per il rilancio di Terni”. Da qui la volontà espressa di rilanciare l’attenzione su temi, dice Filipponi, come La città della salute, il Piano periferie. Sulla definizione di un progetto di città che secondo le opposizioni manca del tutto (“basta considerare le risultanze della conferenza stampa di fine anno della Giunta”); le emergenze del lavoro.

“Sullo sviluppo economico il sindaco non ha inteso elaborare una proposta o declinare una visione, non ha raccolto le sollecitazioni delle forze sindacali, datoriali, delle associazioni di categoria e delle tante realtà vive della città – spiega Alessandro Gentiletti, di Senso Civico – Non ha delineato, dopo due anni, neanche quali sono gli obiettivi con cui sfidare le forze politiche e la città. Il tema dell’Ast è trattato con superficialità e nostalgia di un passato che non ritorna. Il polo industriale rappresenta un elemento fondamentale per la nostra città, se non altro perché oltre il 60% del pil cittadino dipende da esso. Occorre però investire sul futuro e gettare fin da ora le basi per un cambiamento che argini la disoccupazione giovanile altissima in città, restituisca le migliori risorse oggi fuggite, affronti la gravità della situazione ambientale e fronteggi l’inverno demografico che vive Terni”. 

Problemi da far venire i capelli ricci, che richiederebbero determinazione, applicazione continua, competenza. Ma che sarà ora di porsi seriamente. Ma l’amministrazione sembra avere altre questioni sempre vive davanti agli occhi. Magari spendendo molte delle proprie energie in nome dell’ambiente. Secondo le opposizioni, oltretutto, con scarsi risultati.

“La situazione ambientale è drammatica – dice ad esempio Federico Pasculli, del M5S – Nel 2020 abbiamo registrato il peggior dato dell’ultimo triennio rispetto agli sforamenti. Ma il problema più grande è che il centrodestra ci sta riportando indietro di 20 anni nell’approccio verso le questioni ambientali negando l’impatto predominante di industrie e inceneritori usando dati non attendibili che dichiarano come il 75% dell’inquinamento sia causato dai caminetti e solo un 5% dai processi produttivi. La cosa sconcertante – aggiunge Pasculli – è che Arpa  nell’inventario delle emissioni del 2015 cita 150mila tonnellate di emissioni circa per tutto il comparto industriale ternano, mentre AST da sola autodichiara oltre 300mila tonnellate,di emissioni dirette”. Una situazione del genere si risolve con i “caccia e metti” di alberi o con piste ciclabili? O con autobus ad idrogeno (nell’era dei motori elettrici, tra l’altro)?

In due anni e mezzo quali miglioramenti si possono toccare con mano a Terni? “Chi due anni fa credeva che il sindaco Latini rappresentasse un’alternativa o almeno un ricambio generazionale, oggi vede quanto questo non sia vero – rincara Gentiletti – Quello che si presentava come cambiamento ha trascinato ancora più a fondo la città, avvitando l’amministrazione in lotte di potere fini a se stesse. Un sindaco assente e disinteressato alle sorti della sua città.  Nessuno dei nodi cruciali e importanti è stato affrontato né è stata delineata una visione e una strategia da parte di questa amministrazione. Il sindaco è stato presente solo nelle polemiche inutili e nelle battaglie ideologiche che hanno diviso la città”. 

 Guerra di trincea, allora, da parte delle opposizioni di Palazzo Spada? Non sarà così – come sostiene Paolo Angeletti di Terni Immagina – “la proposta degli stati generali, parola che ha un significato preciso, è condivisa, con convinzione, da tutti i gruppi di opposizione. Per tentare risposte concrete, precise, sui problemi messi in evidenza. Tutto questo per collaborare, non per denigrare”.