Terni, la Cgil lancia la proposta di un patto per lo sviluppo e la legalità

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“Il timore della Cgil è che al termine del blocco dei licenziamenti si assisterà ad una implosione del sistema,  che andrà ad aggiungersi alle tante annose vertenze aperte nel territorio nella filiera della siderurgia, della chimica, dell’agroalimentare e del turismo che hanno determinato, prima della pandemia, il giusto riconoscimento dell’area di crisi complessa”. Sta qui, in queste poche parole, il senso di una lunga lettera aperta diffusa dalla Cgil di Terni e nell’appello che la conclude, rivolto “a tutti gli attori sociali ed istituzionali di cogliere l’occasione, attraverso un nuovo modello di relazioni, per aprire un confronto per definire un “patto per la legalità”, che veda al centro dei propri obiettivi il rispetto dei contratti nazionali di lavoro ed il rilancio di una contrattazione locale, sempre più inclusiva, per costruire un’animazione territoriale in grado di definire un processo di sviluppo condiviso” .

Eì un timore, quello espresso dal sindacato, cndiviso da molti. Il fattp è, sottolinea la Cgil, che a causa della crisi peiddemiologia, “oltre 16.000 lavoratori nel territorio provinciale sono stati destinatari di ammortizzatori sociali, senza contare i lavoratori atipici che hanno usufruito delle diverse indennità istituite dai vari interventi governativi. Una situazione di grave difficoltà, che ha contribuito a dare maggiore visibilità a casi di lavoro nero, grigio o sommerso”

Una crisi epdiemoiologica che si è innestata in una situazione economico-occuopazionale già resa difficile dalle difficoltà nate dopo il 2008 perché se è vero che nel decennio fino al 2018 si è registarata una “sostanziale tenuta del numero degli occupati” va anche rucirdato che è stato in contemporanea registrato anche “un aumento esponenziale del lavoro part-time, da cui si evince una diminuzione delle ore lavorate, con un concreto peggioramento delle condizioni economiche delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti”.

Un quadro economico-occuoazionale che ha avuto l’effetto, a Terni e nel resto del mondo, di innescare “Fenomeni inimmaginabili quali le questioni sicurezza, aumento delle povertà e caduta del valore della rappresentanza hanno modificato il corso della vita quotidiana, rendendo tutti più deboli e insicuri nella gestione della vita ordinaria.A questa complessità di condizioni economiche difficili si è sommata negli ultimi mesi la fase dell’emergenza, dovuta al coronavirus, che ha evidenziato in modo ancor più marcato la concreta destrutturazione del mercato del lavoro avvenuta in questi anni”.

Che fare allora? “È necessario uscire da questa nuova fase utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, regionali e nazionali, per sviluppare occupazione di qualità ed attivare ammortizzatori sociali anche sull’anno 2020 per coloro che hanno perso il posto di lavoro non a causa del Covid” afferma la Cgil che anuncia di voler “promuovere una riflessione che possa offrire una possibile e concreta prospettiva sul piano sociale ed economico, aggredendo le criticità e contrastando la rassegnazione. Creazione e distribuzione di ricchezza devono essere le priorità essenziali per ridurre il crescente fenomeno della povertà e del degrado, che ha colpito nel profondo il diritto ad una vita dignitosa delle persone”.

“Ambiente, nuovo lavoro – con il sostegno all’attività di innovazione e ricerca –  infrastrutture materiali e immateriali sono i presupposti necessari per pensare e promuovere una nuova idea di comunità civile ed economicamente stabile – sostiene la Cgil – Se la crisi ha lasciato a tutti noi un insegnamento, questo è la rinnovata consapevolezza che, privandosi di programmazione e coordinamento pubblico, il mercato e le libere forze in esso operanti non sono capaci di creare benessere diffuso e di promuovere l’uguaglianza”.