Teatro Verdi, un recupero nella burrasca tra scuse al veleno e polemiche “archeologiche”

Terni teatro Verdi fiorini
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Non c’è pace per il teatro “Verdi”, il teatro comunale ternano. Chiuso ormai da tempo quasi immemorabile, bisognoso di una profonda cura di restauro al punto che –èpraticamente – bisognerà farlo nuovo. E’ stato (e sembra sarà) un iter piuttosto tormentato. Cominciato con le polemiche sulle scelte architettoniche (un teatro ricostruito com’era o nuovo?) innescate da associazioni composte da una sola persona o da qualche mischineddu convinto che si diventa colti guardando le fotografie sui libri d’arte. Poi, finalmente, il concorso di idee, l’individuazione di un progetto vincitore, il finanziamento di una parte di esso ed in quanto al resto – la fetta più grossa – si vedrà.

Come se non bastasse, ora, c’è chi si mette di traverso poi si dice costretto a chiedere scusa mentre invece adombra una serie di dubbi, come ha fatto il consigliere comunale del gruppo misto Emanuele Fiorini, o chi innesca una polemica con la soprintendenza umbra per venire a conoscenza degli atti relativi alla ricostruzione del teatro.

Quest’utima è Margherita Corrado, archeologa di lungo corso e senatrice della Repubblica (eletta nel Movimento Cinque Stelle ed ora nel gruppo misto del Senato) la quale si preoccupa che, nella ricostruzione non si creino danni in un’area che, presumibilmente, conserva beni archeologici preziosi per una città come Terni.

D’altra parte il teatro comunale “Verdi” trova sede lungo quello che fu il tracciato dell’antica via Flaminia, nella parte che tagliava in due la città di Interamna. Un’area di presenze storiche di eccellenza. Il teatro divenne tale quale ultima variazione della destinazione di un fabbricato che fu il Palazzo dei Priori, e quindi la sede del Comune di Terni al tempo dei liberi Comuni, che divenne poi l’edificio del forno pubblico, quando il municipio fu trasferito in altra sede, che ospitò attività “economiche” di un certo tipo nel seminterrato, per poi divenire finalmente un prestigioso teatro, progettato da Luigi Poletti, uno fra i primi teatri ad essere dotato di illuminazione elettrica. Durante la seconda guerra mondiale i bombardieri Alleati lo ridussero in rovine. Salva fu solo la scalinata esterna. Lì intorno, però, potrebbero esserci testimonianze della Terni delle origini che vanno certamente tutelate. E per questo l’archeologa Corrado vorrebbe sapere chi sarà ad effettuare la vigilanza archeologica e vorrebbe conoscere gli schemi di progetto dell’interrato e della torre scenica. Una conoscenza che sembra le sia stata, per il momento, negata, perché non ha seguito l’iter previsto per iniziative del genere da parte dei Parlamentari. La senatrice Corrado fa presente che ha comunque utilizzato il processo Foia (Freedom of information Act). Perché ricorrere a cavilli burocratici?

Emanuele Fiorini

Anche questo è un interrogativo tra quelli che si pone il consigliere Fiorini, il quale dopo aver espresso a suo tempo, qualche dubbio sulla scelta del progetto vincitore del concorso di idee adesso si scusa, seppure in realtà appare che dubbi secondo lui persistano.

Fiorini sostiene:”Chiedo scusa soprattutto per aver sollevato alcune perplessità in ordine alla scelta di un membro di commissione – tale Professor Cellini – e soprattutto ai vincitori del concorso di progettazione del Teatro Verdi, che hanno costituito un RTP cioè un raggruppamento temporaneo tra professionisti che reca la firma dello studio Amaa di Venezia, nello specifico dei giovani Architetti Marcello Galiotto e Alessandra Rampazzo.Infatti dalla lettura del loro curriculum si ricava l’esistenza di una loro collaborazione alla didattica nel 2015 con il detto Professor Cellini presso l’Università Iuav di Venezia nonché un’attività di docenza insieme nel master dal titolo “Forme dell’abitare contemporaneo”, nel 2016

“Del suddetto raggruppamento temporaneo tra professionisti fanno parte anche la società veneta Sinergo Spa, l’ingegnere veneto Vincenzo Baccan, Linda Parati, inoltre vi hanno collaborato i colleghi Margherita Simonetti e Francesco Rigon”, continua Fiorini il quale afferma che il Comune “aveva ragione, perché anche nel febbraio del 2021 il gruppo di progettazione Amaa, Demogo e Sinergo, ha vinto il primo premio del concorso di progettazione in due fasi per la riqualificazione del Polo Civico Flaminio di Roma”. “Non solo – aggiunge Fiorini – proprio in questi giorni si è concluso un altro concorso di progettazione al Comune di Trani, dove il Professor Cellini era membro e Presidente della commissione giudicatrice e il cui vincitore è stato sempre il raggruppamento temporaneo tra professionisti composto dalla società veneta Sinergo SPA, Demogo, l’Ingegnere Vincenzo Baccan e la Dottoressa Emma Caruso. In pratica coloro che hanno vinto a Terni hanno vinto anche in altre realtà, questo dimostra che veramente sono i migliori. Vincono sempre!”.