Sii, statuto e quote Asm: ora Orvieto, “socio” pesante, vuol vederci chiaro

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L’assessore Pizzo

Orvieto, il Comune, vuol vederci chiaro. E assicura che “se il socio privato la fa da padrone, ciò dipende dal fatto che in questi anni non è stato esercitato alcun controllo sul Sii”, così come ha detto l’assessore “al ramo” Piergiorgio Pizzo. Per il quale “l’unica soluzione è stare in Sii e cercare di cambiare le dinamiche al suo interno con persone responsabili e competenti nella lettura dei bilanci”.

Il Comune di Orvieto, nella parte pubblica del Sii, è il secondo Comune per quote possedute nel 51% del Servizo Idrico Integrato: 1.136.936 quote (più spicciarelli) il che significa quasi il 6 per cento del capitale. Certo, si parla di in terzo rispetto al Comune di Terni (che sta attorno al 18 e più), ma in buona sostanza si tratta pur sempre di un socio influente. Che sembra avere l’intenzione di ridiscutere anche quella faccenda della cessione delle quote Asm all’Acea.

Anche perché, se si vuole, ci sarebbe da discutere pure sul prezzo di vendita delle quote che seppure in pratica bloccate, rappresentano pur senpre un capitale nelle mani del Comune proprietario.  

Il Comune di Orvieto, a regola di bazzica, non può intervenire sulle decisioni Asm che pur essendo interamente partecipata dal Comune di Terni è parte integrante di “quel socio privato che la fa da padrone”, come dice l’assessore Pizzo. Una società privata nella forma societaria ma con una “visione pubblica” nel suo dna fornisce, almeno in teoria, un motvo di tranquillità in più in merito a scelte future sulla gestione di un bene pubblico come è continuamente riaffermato da più parti. E certo il peso del 3 per cento del capitale (sul 49 privato) è ovviamente minore al 18 per cento pre-cessione delle quote. Un’operazione, quest’ultima, che andrebbe a rendere largamente maggioritaria la presenza di Acea nel Sii

Insomma qualche fibrillazione va registrata. Lo fa, cavalcando la tigre, Alessandro Gentiletti che, consigliere di Senso Civico a Terni, si mobilita e fa sapere di essere d’accordo con l’atto del consiglio comunale di Orvieto “che chiede di “rimettere in discussione l’iniziativa del Comune di Terni sulla cessione ai privati delle quote di acqua pubblica. E questo – afferma Gentiletti – anche il senso della tenace opposizione che insieme a molte componenti della città stiamo conducendo sul tema. Ritengo che il sindaco di Terni debba assolutamente tenere conto di questo atto importante. Stupisce che anche l amministrazione comunale di Orvieto, della stessa area politica di Latini, abbia dovuto ricorrere a una deliberazione unanime per riaffermare la necessità di un confronto e di una regia condivisa”.

Le preoccuopazioni espresse da Pizzo riguardano anche questioni più immediate e concrete. “Orvieto e tutti i Comuni dell’Ambito – ha affermato in consiglio comunale – devono incassare dei soldi da Sii che però non ha cassa. È, inoltre, una società pubblica e consortile quindi il debito ricade in quota parte sui Comuni. L’assemblea dei Sindaci ha rimesso lo statuto per le modifiche ai vertici tecnici di Sii”.

E lì ci sarà di dibattere. Il Comune di Orvieto per l’intanto ha convocato sindaci e amministratori pubblici che stanno al suo interno per fare il punto sulla situazione finanziaria.