Sangemini e Amerino: più giorni di cassa integrazione e la situazione resta drammatica

"snobbati" Sangemini
Sangemini

Sembra che vada sempre peggio. I sindacati e i lavoratori della Sangemini e dell’Amerino cercano di farsi sentire ma nessuno li sente. Loro pur dichiarandosi “esausti” cntinuano a denunciare la “totale assenza di un dialogo costruttivo” con la proprietà e con i dirigenti del sito, che vengono pubblicamente definiti – da sindacati e dipendenti del gruppo – “inadeguati e incapaci di ascoltare e comprendere le preoccupazioni”.

Intanto cercanio di riportare l’attenzione sulle due aziende di acque minerali umbre la cui situazione – affermano – è “drammatica” e “peggiora ogni giorno”.
In particolare lavoratori e sindacati (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil) sottolineano il pessimo andamento delle vendite, riconosciuto dallo stesso management aziendale: “In una riunione telefonica – affermano sindacati e Rsu – hanno candidamente ammesso che nel gruppo manca una rete di vendita efficace. Inoltre, visto il vertiginoso calo dei volumi, ci è stata comunicata l’estensione della cassa integrazione a 8 giorni mensili pro capite. L’ennesima beffa – sottolineano Fai, Flai e Uila – ai danni dei dipendenti di Sangemini e Amerino, gli unici ad oggi a pagare, con 18 mesi di stipendi decurtati, le inefficienze aziendali e il mancato rispetto degli accordi siglati nel 2018”.

“Adesso basta – scrivono ancora sindacati e Rsu – i lavoratori sono stanchi e non sono più disponibili a fare sacrifici senza conoscere gli obiettivi che il management non ha mai condiviso o chiarito, con il forte presentimento che si navighi a vista. Ci domandiamo – concludono le tre sigle di rappresentanza dei lavoratori – se è chiedere troppo avere contezza del proprio futuro”.
A fronte di questa situazione, l’assemblea dei lavoratori, svolta il 21 settembre presso lo stabilimento Sangemini, ha confermato lo stato di agitazione e ha dato mandato ai sindacati di intraprendere iniziative di protesta per fare emergere con maggiore forza il “dramma sociale” che sta vivendo un’intera comunità. Per questo i sindacati annunciano che riattiveranno tutti i percorsi istituzionali sul territorio, facendo leva sul supporto concreto della Regione Umbria, garante delle concessioni, dei marchi prodotti e degli accordi firmati.