San Gemini e la polemica sulla scuola d’infanzia: il Comune si spiega e convoca una riunione coi genitori

San Gemini
San Gemini polemica

Prima di tutto si mette in chiaro un concetto: anche a San Gemini, prima di contestare l’operato dell’amministrazione attuale bisogna tener conto che essa si è trovata a fare i conti con la situazione negativa lasciata da “quelli di prima”. Dopo di che si può cominciare a parlare nel merito del problema. Che nella fattispecie è un certo stato di incertezza riguardante l’operatività delle scuole comunali.

Il Comune replica all’associazione (e lista civica) “San Gemini Bene Comune”, che sulla materia ha diffuso nei giorni scorsi una nota piuttosto preoccupata. Una replica in formato “trattato” in cui l’amministrazione comunale enumera tutti gli interventi compiuti o che voleva compiere anche se ancora non c‘è riuscito (ma li farà). Tra le tante righe del trattato ci sono anche quelle relative alla richiesta che, da una parte dell’opposizione in consiglio comunale, riguardava le scuole per l’infanzia (0-6) anni.

“San Gemini ecc.” sollecitava informazioni su una “voce”: e’ vero – chiedeva in sostanza – che i nostri bambini dovranno andare all’asilo in un container? Si legge nel “trattato” di risposta che «i lavori di ristrutturazione sarebbero dovuti iniziare a luglio e terminare per l’apertura della scuola, invece la ditta aggiudicataria, pur sollecitata, ha tardato l’apertura del cantiere. Preoccupati che per qualsiasi motivo i lavori potessero slittare, ci siamo premurati di trovare una soluzione alternativa, un piano B. In sintonia con l’istituto comprensivo abbiamo esaminato tutti i locali comunali disponibili: l’ex asilo nido Papillon, la biblioteca, la sala ‘Nati per leggere’, la sala multimediale ‘Santa Maria Maddalena’, la palestra e persino i locali della parrocchia. Facendo in seguito un sopralluogo con il responsabile alla sicurezza dell’istituto comprensivo, geometra Valentini, lo stesso ha evidenziato per tutti questi delle criticità. Abbiamo quindi necessariamente valutato un piano C, che è poi diventato, con l’accordo di tutti, il piano che intendiamo perseguire: una scuola prefabbricata e non semplici containers, appositamente progettata e attrezzata per le esigenze di nostri piccoli alunni, per una superficie totale di 227 metri quadrati, quindi ben oltre la metratura dell’attuale scuola, completamente a norma anti-Covid, da posizionare in un luogo sicuro e circoscritto quale il campo polivalente».

Insomma: un problema c’è, ma l’amministrazione – previdente – ha approntato un piano B e non contenta, anche un piano B del piano B che ha chiamato “piano C”. Che cosa si vuole di più?

“San Gemini ecc.”, ha subito replicato: “ Si fornisce . dice in un’altra nota – un’unica grande certezza ai genitori Sangeminesi: o portare i bambini in un asilo privato, costoso ma strutturato e organizzato o mandarli a fare lezione in un prefabbricato, spazioso”.

Ulteriori chiarimenti sembra scaturiranno, comunque, da una riunione convocata per lunedì 7 settembre cui – dicono quelli di “Sangemini ecc.” – è stata invitata solo l’Associazione Genitori ma “guardandosi bene dall’estendere l’invito alle minoranze che svolgono un lavoro di controllo e verifica ed ai sindacati degli insegnanti”.

Rimane un punto interrogativo sul perché non si sia scelto di confrontarsi su una faccenda così delicata ed importante in consiglio comunale. Almeno in teoria dovrebbe essere quello il luogo deputato per dibattere i problemi, più che i soliti social. Per parte sua “San Gemini Bene Comune” ora ha chiesto la convocazione di un consiglio straordinario. Anche se, in verità, appare una decisione “leggermente” in ritardo. Ma meglio tardi che mai. O no?