Reperti archeologici ternani ridiventano patrimonio della città

reperti telamone
Il museo archeologico “Giontella”

Se il Telamone era il dito fortunatamente c’è stato chi, in Comune a Terni, ha guardato alla luna che quel dito indicava. E qualcosa ha fruttato il fatto che ci sia chi per cultura intende un po’ di più che un diploma preso ai corsi “cinqueanniinuno”. Il Telamone, reperto archeologico rinvenutp a Terni, rimasto per anni negli scantinati della Soprintendenza e quindi valorizzato quale simbolo del museo archeologico regionale a Perugia, costitui l’occasione. Era l’esempio, il casus belli che consentiva di introdurre un discorso che mirava alla “riesumazione” di altri importanti reperti, testimonianze di un’atavica cultura tutta ternana, che restavano declassati a “merce da deposito”.

Ora a una parte di quella “merce” può essere restituita la dignità di testimonianza storica. In questi giorni l’assessorato alla cultura del Comune di Terni ha acquisito “decine di cassette contenenti materiale e reperti di epoca romana e, soprattutto, pre-romana che erano stati rinvenuti nel corso degli anni in vari scavi e cantieri della città e che erano fino ad oggi conservati e catalogati nei depositi della Soprintendenza umbra”. Il vicesindaco e assessore alla cultura e turismo Andrea Giuli lo ha comunicato con una certa soddisfazione ed anche un giusto orgoglio.

Il vicesindaco Andrea Giuli

“Si tratta – spiega Giuli – di reperti in buona parte provenienti dalle necropoli pre-romane di San Pietro in Campo e delle Acciaierie. I più preziosi e significativi sono già stati collocati in questi giorni nelle teche appositamente preparate all’interno del museo archeologico di Terni “Claudia Giontella”, al Caos, e potranno essere ammirati non appena i musei riapriranno”.

Non tutto, almeno per ora, è in mostra. “In particolare, il materiale già allestito al museo riguarda fibule, vasellame, corredi funerari, armi, ed era materiale che non aveva fatto più ritorno a Terni dopo una mostra tenutasi nel 2014”, aggiunge Giuli.

Il resto è stato al momento sistemato nel deposito dello stesso museo Giontella  e in altri depositi della città. “ma potrà essere disponibile in possibili rotazioni espositive in futuro” assicura il vicesindaco.”Anche perché – aggiunge – parliamo di materiale, non tutto di eguale valore ed importanza, che in parte potrà essere goduto già alla riapertura dei musei. Altro è oggetto di studio e potrà, se ve ne saranno le condizioni, essere esposto a rotazione nei tempi e nei modi opportuni”.

“Credo sia un momento importante per ricostruire una parte significativa della nostra storia e una identità cittadina che forse finora non è stata adeguatamente considerata”, conclude Giuli.

Ecco, ora la battaglia per il Telamone – che, sia detto tra parentesi, era stato ritrovato a Terni ma è originario di altri lidi – ha trovato un senso compiuto, specie se si considera che ce n’è ancora in quantità di materiale di provenienza ternana contenuto in cassa ancor oggi dimenticate in depositi anche fuori dell’Umbria.