Sul ponte di Papigno, Il suo cavallo impaurito salta il parapetto e finisce in un dirupo
11 gennaio 1887
Carabiniere salvo grazie alla sua prontezza di riflessi, ad un colpo di fortuna e al ramo di un albero. Aggrappandosi all’albero ha evitato di finire in fondo al dirupo insieme al suo cavallo. Accadde a Papigno. Il Carabinierè, Benedetto Petracci, era di pattuglia insieme al collega Roseto Pellegrini. Erano una delle pattuglie di carabinieri a cavallo che perlustravano le zone di campagna e i piccoli centri abitati.
I due carabinieri stavano rientrando in caserma dopo aver effettuato un giro di perlustrazione nella zona di Marmore. Nel momento in cui si verificò l’imprevisto stavano traversando il Ponte di Papigno. Da una delle abitazioni vicine sbucò di gran carriera un cagnolino che si infilò abbaiando in mezzo alle zampe del cavallo. Il quale, nonostante la mole diversa rispetto al piccolo zane, si adombrò, scartò di lato, s’impennò e saltò al di là del parapetto del ponte. Trascinando nel vuoto il carabiniere che era in sella e che nonostante l’impegno non era riuscito a trattenerlo. Ma al di là del parapetto c’era un profondo dirupo.
La fortuna volle che Benedetto Petracci riuscisse ad aggrapparsi al ramo di un albero, che si piegò fino a spezzarsi, ma frenò la caduta. Il cavallo concluse il salto nel vuoto piombando sulla roccia in fondo al dirupo, rimanendo ucciso. Il carabiniere Petracci, Benedetto di nome e di fatto, se la cavò con un grande spavento ed una contusione alla spalla causata soprattutto dallo strappo subito nel mentre afferrava disperatamente il ramo dell’albero.
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