Montefranco anni Venti: crolla un pezzo di paese

MONTEFRANCO

Montefranco, 11 settembre 1929

Da cinque anni la gente di Montefranco viveva con la paura che le case crollassero.  Tutto era cominciato nel corso del 1924, cinque anni prima appunto, quando crollarono alcune abitazioni nella zona est del paese, tra via Casalina e strada di Sotto, costruite sul limitare della spianata esistente sulla sommità del colle ove sorge Montefranco. Non si era restati con le mani in mano. Anzi il Comune compiuti gli accertamenti necessari segnalò subito la questione agli organismi statali competenti. La conclusione di una prima indagine fu che quelle case erano crollate per il fatto che erano ormai troppo vecchie.

Ma i crolli si ripetettero dopo pochi mesi per cui il Comune chiese di Montefranco chiese al Ministero dei Lavori Pubblici un intervento a spese dello Stato per almeno spostare quella parte dell’abitato. Una successiva indagine geologica, dopo ulteriori crolli di case, accertò che non per colpa della loro vetustà o cattiva costruzione erano crollate quelle abitazioni, ma perché s’era avviato un lento ma costante movimento franoso.

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Il ministro Giuriati

Il Ministro Giuriati assicurò il proprio interessamento presso il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici affinché le richieste del Comune fossero accolte. Ma i tempi si allungavano, mentre la frana non si fermava. Cosicché ai primi del 1926, dopo nuovi e più consistenti crolli il Comune chiese un urgente intervento di consolidamento di quella parte del colle. I crolli di via di Sotto, stavano rendendo precaria anche la stabilità della sovrastante via di Mezzo (le strade di Montefranco erano tre: di Sopra, di Mezzo e di Sotto, cui si aggiungeva la via Casalina). Si stimò che fosse necessaria una spesa di un milione e settecentomila lire, che nel 1926 il Comune di Montefranco (soppresso l’anno dopo e inglobato in quello di Terni) nemmeno sognava. Era ormai da tempo una frazione di Terni quando l’11 settembre 1929, il Regio Genio Civile inviava la lettera di proposta (ma era un sollecito) al governo, ricordando che c’era una legge del 1906 che permetteva l’intervento da parte dello Stato.

Fonte: Chiara Franzoni e Daniela Silvi Antonini:  
L’archivio dell’ufficio del Genio civile di Terni. 
Inventario.
Sovrintendenza archivistica per l’Umbria s.d.