Il Messaggero apre la redazione di Terni

Il 26 agosto del 1886

Il Messaggero di Roma aprì a Terni la sua prima redazione provinciale. Il quotidiano romano raccoglieva un segnale che gli arrivava da una “piazza” in cui contava già numerosi lettori. A Terni dedicò una parte della sua quarta pagina, l’ultima cui , quella mattina allegò un volantino.

L'imbocco di corso Tacito da piazza Vittorio Emanuele
L’imbocco di corso Tacito da piazza V.Emanuele: sulla destra il negozio di Domenico Biagi, prima redazione del Messaggero a Terni

“E’ aperta in Terni una succursale del Messaggero di Roma” era il titolo. “Da oggi in poi – si leggeva – il Messaggero destina un paio di colonne alla Cronaca di Terni nella quale, giorno per giorno, verranno registrate le notizie che possono interessare la cittadinanza ternana”.
“Il redattore della Cronaca di Terni – si assicurava – trovasi tutti i giorni dalle ore 7 alle 8 pom. nel negozio di Domenico Biagi, in piazza Vittorio Emanuele, per raccogliere notizie e reclami che il pubblico crede di comunicargli direttamente”. Il Messaggero si metteva, in sostanza, a disposizione dei cittadini, pronto a dar loro soddisfazione e a sostenere le richieste di soluzione dei problemi che essi ritenessero di dover rappresentare. Problemi che in una città la quale si stava rapidamente sviluppando non mancavano di certo. Erano quelli legati non solo alle questioni del lavoro, ma anche alle difficoltà determinate da un inurbamento galoppante, con una aumento vertiginoso della popolazione e il non altrettanto veloce adeguamento dei servizi essenziali. “La cronaca di Terni – prometteva il giornale romano – si occuperà di tutto: dalla questione edilizia, del caro eccessivo delle case, della condizione degli operai e di quella degli industriali: registrerà tutti i fatti che avvengono, darà il resoconto della sedute dl Consiglio comunale: in poche parole si organizzerà per Terni un servizio di Cronaca cittadina quale il Messaggero ha saputo organizzare per Roma”.
Proprio con un lungo servizio sulla necessità di ampliamento della città per dare una risposta alla necessità di alloggi decenti, si apriva quel primo numero della cronaca di Terni. Non mancavano le notizie di cronaca cittadina: dalla segnalazione di una mostra di lavori di ricamo tenutasi in via Angeloni, alla caduta da cavallo di un ufficiale “che ebbe a riportare la frattura della gamba sinistra”, fino al lascito di un nobile ternano, “il signor Domenico Montani Leoni” in favore dell’ospedale: un capitale di quarantamila lire “affinché col frutto di esso si mantengano in questo ospedale civile quattro suore di carità”. Né mancavano le rivendicazioni perché fosse istituito il Tribunale o almeno che si sostituisse il pretore che era stato trasferito nelle Marche, o per la fornitura di acqua potabile alla gente della frazione di Battiferro.

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