L’esperienza insegna: la Regione potenzia la rete assistenziale territoriale. Previste assunzioni

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Claudio Dario e Luca Coletto

Si vuol far tesoro dell’esperienza maturata durante l’emergenza Covid. Silla base di quell’esperienza la Regione Umbria ha approntato un Piano per il potenziamento e la riorganizzazione della rete assistenziale territoriale. Per finanziarlo sono pronti 20,5 milioni di euro, 12 dei quali destinati nel 2020 all’assunzione di personale, in particolare di infermieri di famiglia e comunità per potenziare le cure domiciliari e far fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e soprattutto alla eventuale recrudescenza della pandemia, oltre che di medici e altre figure professionali.

Il Piano, approvato dalla Giunta regionale, è stato illustrato  dal’assessore alla Salute, Luca Coletto, e dal direttore regionale alla Sanità, Claudio Dario.

“Viene ulteriormente potenziata la rete dei servizi assistenziali del territorio – ha sottolineato Coletto – il cui ruolo si è dimostrato essenziale anche nella fase emergenziale dell’epidemia da Covid per la gestione ottimale dei casi di contagio, la prevenzione e la tutela della salute”.

”In Umbria siamo usciti dalla fase emergenziale, gestita con risultati eccellenti – ha aggiunto – ma avere una rete territoriale più forte e omogenea su tutto il territorio aumenterà la capacità di intercettare tempestivamente eventuali piccoli ‘cluster’ di contagio e di intervenire in maniera rapida e soprattutto, usciti definitivamente dalla pandemia sanitaria, servirà a potenziare l’assistenza domiciliare alle persone fragili, più esposte al rischio, e agli anziani, anche attraverso la telemedicina, evitando ricoveri e prestazioni inappropriate”.

    Il modello di organizzazione e gestione dell’assistenza territoriale proposto “è volto a implementare e garantire un sistema di sorveglianza sanitaria uniforme sul territorio regionale e alla contemporanea garanzia dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) da parte dei Distretti in raccordo con Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Medici di Continuità assistenziale, USCA (Unità speciali di continuità assistenziale) con potenziamento delle attività di assistenza domiciliare integrata e inserendo la figura dell’infermiere di comunità”.