Le molestie alla giornalista Tv: la prova che il rispetto degli altri è un valore decaduto

rispetto

L’OPINIONE

di GIOCONDO TALAMONTI

gIOCONDO tALAMONTI

I periodi di crisi economica, quando si uniscono a quelli politici, sono sempre
causa di decadenza di valori. È successo così per la fine di grandi civiltà, con
conseguenze relazionali disastrose e avviate all’autodistruzione.

All’atteggiamento sprezzante dell’etica sociale, così come oggi lo viviamo, il
richiamo a costumi improntati al rispetto reciproco sembra appartenere alla
preistoria. Basta muoversi nelle realtà quotidiane per verificare quanto sia raro
assistere a comportamenti di correttezza sociale, fino a qualche decennio fa
rientrante nella normalità più assoluta. Un esempio è quanto successo a Greta
Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv molestata nel dopo partita di Empoli-
Fiorentina mentre era collegata in diretta dall’esterno dello stadio Castellani. A
pensare che proprio i calciatori erano scesi in campo mostrando il simbolo
della Giornata contro la violenza sulle donne.

Nella famiglia, nella scuola, negli ambienti di lavoro, conformarsi alle regole
del rispetto è tema in via d’estinzione.
Gli insegnanti devono con crescente frequenza misurarsi con la maleducazione
dei ragazzi affidati loro, senza poter far conto sulla collaborazione delle
famiglie. La famiglia resta sempre insostituibile sede formativa dei giovani.
La famiglia, oggi, soffre però di una costante inferiorità psicologica nei
confronti dei figli, perché è cosciente di non poter svolgere il compito
educativo, necessario ai ragazzi per affrontare la vita con serenità. Le
separazioni dei genitori, il permissivismo eccessivo, dettato a compensazione di
carenze affettive o la consapevolezza di non poter dare riferimenti certi ai
giovani, sono alla base di un buonismo colpevole e pericoloso.
L’abitudine ad ottenere tutto e subito nasce dalla cedevolezza dei genitori. Il
passo verso la pretesa di ottenere quel che si vuole è scontato e non ammette
attese. Se la società si oppone all’obiettivo verso cui tende il giovane
maleducato, la strada per perseguire le finalità si cosparge di forzature e,
spesso, di violenze.

È lo spettacolo desolante al quale assistiamo con preoccupante frequenza oggi:
a scuola, negli stadi, nello sport in genere, nella giustificazione puerile del
ricorso a droghe. Perché vincere è un dovere per chi non ha mai assaporato la
sconfitta o non sa adattarsi alla negazione di un preteso diritto.

I sempre più rari esempi di solidarietà sociale, le sempre più scarse notizie di
lealtà nella vita e nello sport, confermano una discesa verso il disconoscimento
di valori comuni.

Possiamo metterci riparo? Ahimè, le speranze sono poche, ma dobbiamo
sempre tentare, attraverso l’impegno individuale e collettivo nel perseguire il
bene e l’armonia dell’ambiente e della società. Cominciando nel condannare le
inaccettabili molestie, in diretta tv, subite dalla giornalista televisiva. È un primo passo…