Il Vescovo di Terni: “Un abuso continuare a impedire la messa coi fedeli”

terni pasqua 2020
Giuseppe Piemontese vescovo di Terni

“E’ inutile negare che questo provvedimento, annunciato dal presidente Conte il 26 aprile, ha provocato una grandissima amarezza tra i cristiani, tra i vescovi e in me. Un’amarezza per una limitazione che io leggo come un abuso”. Il vescovo di Terni, così come ha fatto la Cei, va all’attacco contro il protrarsi del divieto delle celebrazioni religiose con il popolo, disposto dal DPCM 26 aprile.

“In questi due mesi abbiamo accettato con grande sacrificio, con grande sofferenza, le limitazioni che ci sono state imposte per le celebrazioni dei sacramenti e soprattutto della messa. Le abbiamo accettate sapendo di dare un contributo per il benessere della Nazione. Ci siamo chiesti più volte come mai i nostri governanti prestassero attenzione a coloro che accompagnano i cani a fare una passeggiata, a coloro che vanno a comprare sigarette, a coloro che vanno a fare la spesa, ma per coloro che vogliono partecipare alla messa, con le dovute protezioni, ci fosse un diniego perentorio e sistematico”, afferma il vescovo di Terni.

“Chi non conosce la vita cristiana non può capire la sofferenza grande che abbiamo provato nel privarci dell’eucarestia e soprattutto delle celebrazioni della settimana santa. Pensavamo che tanto sacrificio fosse sufficiente, ma ci rendiamo conto che a qualcuno ciò non basta. Ora viene concessa la possibilità di fare le passeggiate, le corse a piedi, andare nei parchi, perfino di celebrare funerali con la presenza di 15 persone possibilmente all’aperto. Voglio ricordare che abbiamo pregato per i morti, siamo andati al cimitero (anzi fuori dei cimiteri ci è stato consentito) a benedire le salme, a dare conforto ai familiari. Ora vediamo queste nuove disposizioni e proibizioni come un abuso che non può passare inosservato e sotto silenzio, ne va di mezzo la fede dei cristiani e la libertà di culto”. .

Il vescovo Piemontese conclude augurandosi che “il governo ripensi a tutto questo e ci ponga, almeno, sullo stesso piano, sullo stesso livello di chi va a fare la spesa, o di chi accompagna il cane a passeggio, faccia come vuole, ma che ci consenta, con tutte le accortezze che noi siamo disposti a mettere in campo, di celebrare l’Eucarestia con il popolo di Dio e tornare a nutrire la fede dei cristiani attraverso i sacramenti”.