Il traffico in via Narni: asfalto nuovo e problemi vecchi

Mentre il Comune di Perugia annunciava di aver ottenuto un finanziamento di 87 milioni di euro per avviare la realizzazione di un megaprogetto di mobilità alternativa tra centro cittadino e periferie, Terni rispondeva con la riasfaltatura di via Narni. Chi si contenta gode, diceva quello. Il sindaco di Terni è sembrato essere uno di quelli che si contentano e non ha mancato un’occasione per propagandare quella grande realizzazione compiuta di notte. Il che dimostra un’alta capacità organizzativa messa in campo per non creare disagi al traffico.

Via Narni, per chi non è di Terni, è una delle due strade di collegamento tra la zona industriale di vocabolo Sabbione ed il centro cittadino ed in alcune ore della giornata il traffico impazzisce, e le code di auto si misurano a chilometri. Una bella riasfaltatura era necessaria, intendiamoci. Ma forse per risolvere i problemi di traffico in quella zona serve qual cosina in più. Se non altro, almeno, per ciò che riguarda la sicurezza, come si è dimostrato un paio di giorni fa, quando una donna è stata investita sulle strisce pedonali. Per uno investito fa molta differenza se l’asfalto è nuovo o vecchio? Via Narni traversa una zona molto popolosa della immediata periferia ternana, con negozi da una parte e dall’altra del nastro di asfalto, ed oltre ai negozi – ad esempio – la farmacia, l’edicola dei giornali, l’ufficio postale, la scuola, la chiesa…  

Tutto questo per dire che se l’intervento compiuto assicura un maggior decoro (che al sindaco sta a cuore più di ogni altra cosa, come noto anche attraverso certe ordinanze) serve probabilmente qualcosa in più riguarda – almeno – la sicurezza.

E così mentre a Perugia arrivano 87 milioni dal piano nazionale di ripresa e resilienza (il famoso PNRR), corroborati da cinque milioni di provenienza regionale, Terni gliela butta là con una passata di bitume, nuove strisce bianche… e buonanotte.

Ci sarà sicuramente qualcuno pronto a dire che per Perugia si fanno i soliti favoritismi, ma loro – i perugini -quel progetto che si chiama Bus Rapid Transit lo hanno messo in campo. Mentre a Terni non si è andati oltre un paio di colonnine per la ricarica di auto elettriche e una rete (si fa per dire) di piste ciclabili che per la mobilità cittadina si sono rivelate spesso più adatte a creare problemi che  risolverli.

C’è a Terni un piano del traffico (ormai cosiddetto) vecchio di alcuni decenni, studiato sulla base di esigenze e tendenze del tempo che fu, e tenendo in considerazione punti “caldi” che sono oggi diversi, cambiati nei cambiamenti della città. Se è vero che un traffico organizzato porta vantaggi in merito alla sicurezza stradale e all’inquinamento sarebbe il caso di pensare a qualcosa di più incisivo del darsi al ciclismo. Altrimenti tanto vale darsi all’ippica.