Delibera “milionaria”: la Giunta ternana rinvia la discussione per non paralizzare l’attività del Comune

La vicesindaca Benedetta Salvati

E’ sospesa e rinviata la discussione, in consiglio comunale a Terni, sulla proposta di “partenariato pubblico privato per la concessione dei servizi di global service per la gestione e manutenzione integrale degli impianti tecnologici degli edifici comunali con interventi di straordinaria manutenzione ed efficientamento energetico”. E’ quella storia di cui si è parlato molto nei giorni scorsi, più nota come la delibera da diverse decine di milioni di euro (un totale di spesa più vicino ai 40 milioni che ai 30), che le opposizioni indicano con una definizione riduttiva come “Delibera sul calore”. Definizione riduttiva perché i contenuti di quella proposta che viene dalla giunta comunale sono tali da mettere in gioco un diverso modo di intendere il governo della città, l’affermazione di un metodo. Ad esempio si decide di vincolare la libertà di decisione di almeno tre amministrazioni cittadine future le quali troveranno sul tavolo già apparecchiata una questione che ha ricadute forti sul bilancio; si sceglie la procedura del project financing, ossia del partenariato pubblico-privato, con quest’ultimo che formula la sua proposta su costi, qualità e tipi di intervento, che la Giunta fa sua (ma allora l’amministrazione comunale a che serve?) e che non è rivedibile se non su richiesta del partner privato, ossia – appare quantomeno logico – solo in aumento di costi o in diminuzione di servizi forniti alle stesso costo.

Sarò giusto o meno dedicare un dibattito che duri anche qualche seduta in più di consiglio comunale (tra l’altro con soddisfazione di certi parìa che hanno fatto del ruolo di consigliere comunale la propria, unica occupazione lavorativa)? La posta in gioco è alta e va ben oltre i 30 o 40 milioni di spesa. Dubbi (di vario genere) sono stati sollevati dalle opposizioni che hanno presentati numerosi emendamenti; ma dubbi debbono essere serpeggiati lungo la spina dorsale dei consiglieri di maggioranza che nell’ultima riunione dedicata all’argomento “si sono dati”, tanto che non si è raggiunto il numero legale in consiglio.

Se ne riparlerà in tempio migliori, insomma. Ma la proposta di delibera quella è e quella resta. Lo scrivono, in una nota congiunta, il vicesindaco Benedetta Salvati e i gruppi di maggioranza consiliare a Palazzo Spada, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Terni Civica e Doriana Musacchi (Gruppo Misto). Affermano che le opposizioni hanno messo in campo “una condotta ostruzionistica che va ben oltre la dialettica consiliare e che ha lo scopo di paralizzare i lavori di approvazione di un atto che questa amministrazione ha scelto di presentare. Un comportamento che siamo pronti a contrastare con gli strumenti della dialettica politica e dei procedimenti consiliari, ma del quale – come amministrazione – dobbiamo anche valutare i possibili danni per il bene complessivo della città”. E’ comunque noto ai più che fare opposizione è anche questo e che l’opposizione esiste proprio per contrastare decisioni che ritiene – magari sbagliando – non consone agli interessi cittadini, magari cercando, nel dialogo maggioranza-minoranza soluzioni che soddisfino le varie esigenze.

La proposta già – si ribadisce da parte di Giunta ecc. — è ritenuta la più consona dall’amministrazione comunale, la più vantaggiosa: ad esempio “con una proposta di questo tipo si potrebbe finalmente definire in tempi brevi un tema particolarmente spinoso come quello del teleriscaldamento della zona di Borgo Bovio lasciatoci in eredità dalle amministrazioni precedenti, che hanno dato false speranze rispetto all’utilizzo di quella rete e poi hanno abbandonato i cittadini in modo vergognoso”. Poteva mancare il riferimento al passato?

Insomma: datosi che si prevede che diverse sedute consiliari saranno dedicate all’argomento è meglio rinviare ed affrontare per rendere possibile per “l’organo di rappresentanza politica della città di esaminare e discutere gli altri atti già calendarizzati”. Il comportamento delle opposizioni invece “rischia di essere elemento ostativo per l’esame e la discussione degli altri atti fondamentali per la vita dell’Ente che devono essere necessariamente calendarizzati nelle prossime settimane, viste le scadenze di legge per l’approvazione del bilancio e degli atti presupposti”.  

Consiglieri dell’opposizione

Le opposizioni, ovviamente, replicano: “Patetico il tentativo della vicesindaca Salvati di scaricare l’incapacità dell’amministrazione che guida sugli altri. E’ codardia politica – dichiarano i consiglieri comunali di Senso Civico, Pd, Movimento Cinque Stelle  e Terni Immagina – costringere tutti i gruppi di maggioranza, che hanno fatto mancare il numero legale alla scorsa seduta, a sottoscrivere una nota politicamente delirante insieme a lei, con cui si dice che viene ritirato l’appalto global service sostanzialmente perché le opposizioni starebbero facendo ostruzionismo, perché gli uffici non sono più tranquilli, perché ci sono altri atti che altrimenti verrebbero penalizzati. Una generosità davvero impagabile”. I consiglieri si dicono “pronti anche a ritirare tutti gli emendamenti sul global service se ne verranno accolti tre. In particolare – specificano – quello che toglie i servizi già dati in appalto, quello che limita la durata dell’aggiudicazione a 5 anni e non a 15 e quello che sgombra il campo dalla procedura speciale prescelta dell’interesse pubblico. In pochi minuti, se l’appalto verrà ricondotto alle linee normali previste dal Codice degli Appalti, se verrà preso atto che la materia energetica è in continua evoluzione e quindi limitata la durata dell’appalto e se verranno tolti i servizi già dati a terzi in manutenzione e non esternalizzati quelli già gestiti in house, la delibera potrà essere approvata.  
Tutti gli attori del territorio potranno concorrere alla pari, senza prelazioni di sorta. Tutte le imprese locali potranno offrire le loro professionalità al Comune di Terni, invece che come accadrebbe oggi se l’appalto fosse licenziato secondo le modalità previste dalla giunta”.

Non manca una la provocazione: “Esprimiamo biasimo, infine, sul tentativo di abbindolare ancora una volta le persone e i comitati che chiedono l’attivazione del teleriscaldamento, usando strumentalmente una battaglia che riguarda le tasche dei cittadini per far passare questioni che non hanno diretta incidenza e che non risolverebbero le necessità, visto che la materia ha natura interistituzionale –affermano le opposizioni – Facciamo nostro l’appello del comitato del Teleriscaldamento lanciato pochi giorni fa al sindaco e alla giunta: tagliando minimamente la loro indennità una tantum potrebbero garantire quantomeno l’attivazione della centralina, il cui costo si aggira intorno ai 40 mila euro, come certificato dalle risposte alle varie interrogazioni che abbiamo presentato nel tempo”.