Costi dell’energia e ripercussioni sul mondo della produzione: un problema sottovalutato

energia

di GIOCONDO TALAMONTI*

La crisi energetica sta colpendo l’intero mondo con effetti devastanti che non
risparmieranno il nostro Paese. Il fenomeno, presentatosi con inattesa violenza
causerà la chiusura di aziende medie e grandi, da 100 dipendenti in su, se non
verranno presi provvedimenti adeguati. Molti saranno gli imprenditori costretti ad
interrompere le attività a causa dei costi insostenibili dell’energia, in particolare gas
ed elettricità. Il 70% dell’elettricità prodotta in Italia proviene infatti da fonti non
rinnovabili con improbabili possibilità di fare ricorso ad altre. Purtroppo la gravità del
problema sembra non sia avvertita nella sua drammaticità, ma il quadro è allarmante
e quando si presenterà nella sua interezza dovremo assistere al collasso di molte
aziende energivore. La nostra attenzione è alla “Terni”.
I prezzi dell’energia elettrica sul mercato, hanno ripercussione sia sui consumi
famigliari che sui settori produttivi strategici. Il governo italiano è chiamato ad
adottare misure per cercare di contenere l’impatto e sollecitare l’Europa perché si
uniformino gli interventi correttivi del fenomeno. Anzi, l’attenzione all’ambiente, al
recupero e al riciclo deve avvenire nell’ambito di una governance mondiale con degli
obiettivi realizzabili. Secondo l’Associazione Culturale “Enrico Berlinguer si è già in
forte ritardo nell’adozione di misure in tal senso. Urge, quindi, un dibattito sulla
ricerca di valide fonti energetiche che diventi al più presto centrale nell’agenda
politica nazionale, considerato l’impatto che la crisi eserciterà a danno dell’industria,
dell’economia e della società.

Una ipotesi di intervento è di favorire l’acquisto collettivo di gas, utilizzato per la
produzione di energia, soprattutto alla luce di una situazione che non sarà affatto
passeggera. Sembra non sia ancora avvertito nella sua incidenza che dal costo
dell’energia dipende l’intera economia del paese. Le recenti impennate dei costi del
gas e dell’energia elettrica potrebbero frenare, se non compromettere, il trend positivo
dell’economia italiana ed europea. Anche per l’acciaieria di Terni il costo
dell’energia inciderà sui volumi produttivi, sull’occupazione e sulla sicurezza.
Occorre l’impegno di tutte le forze politiche e istituzionali (Comune in primis e
Regione), così come quelle sindacali che tanto hanno dato alla crescita e alla cultura
del territorio.
Il settore dell’acciaio, nel 2015, contemplava in Italia 44 siti produttivi, di cui 39
forni elettrici (Aosta, Bergamo, Bolzano; Brescia, Catania, Cremona, Cuneo, Padova,
Potenza, Reggio Emilia, Torino, Terni, Trento, Udine, Varese, Verona, Vicenza), 2
convertitori all’ossigeno (Piombino e Taranto) e 3 altiforni (Piombino, Taranto,
Trieste), quasi esclusivamente localizzati nella parte settentrionale del Paese. Siti che
dovranno seguire un’unica linea coordinata dall’UE per quanto riguarda l’energia e il
suo costo. Ci si augura che gli forzi di contenimento non arrivino troppo tardi…
Terni, 9 dicembre 2021

  • Pres. Ass. Berlinguer Terni