Coronavirus: lunga trattativa all’Ast, ma la Fiom non firma l’accordo

La Fiom-Cgil di Terni, insieme ai suoi componenti della Rsu di AST, precisa che alla base della lunga trattativa sulle misure da adottare in fabbrica per la sicurezza dei lavoratori, conclusa sabato notte, non c’è un accordo, ma un verbale di riunione, proprio perché alcune delle visioni dell’azienda e del sindacato per contenere il rischio di contagio da COVID-19 non erano condivise.
“Per tutta la delegazione sindacale, a livello prioritario e per dare una risposta alla legittima paura dei lavoratori, era necessario sospendere le produzione per una settimana e coprire i lavoratori con gli strumenti straordinari individuati dal Governo, cosa che abbiamo proposto – dice la Fiom – . O in alternativa predisporre una diminuzione dei livelli produttivi che prevedesse 6 ore di produzione e due da destinare al ripristino degli impianti e all’uscita in sicurezza dall’azienda. <br> Tali misure non sono state prese in considerazione dall’azienda che si è rivelata intransigente, sicura di aver fatto quanto dovuto per ridurre il pericolo da contagio. La stessa azienda che all’indomani dell’indizione di 48 ore di sciopero lo definiva ingiustificato e pretestuoso, per poi procedere a 48 ore di fermo produttivo, pagato dall’azienda, per rendere operative le prescrizioni effettuate dall’USL2, intervenuta su sollecitazione di tutte le sigli sindacali in data 14 marzo 2020,
Questo è un risultato importante, insieme al fatto che la ripresa produttiva sarà sottoposta a verifica da parte dell’autorità sanitaria e con una prima giornata di formazione, che nelle intenzioni dell’azienda dovrebbe avvenire lunedì 16 marzo. Tuttavia, ancora nel tardo pomeriggio di oggi, l’azienda non è in grado di garantire che questo avvenga, perché non tutti i lavoratori sono stati avvisati della tempistica per la ripresa”.