La Fiom-Cgil di Terni, insieme ai suoi
componenti della Rsu di AST, precisa che alla base della lunga
trattativa sulle misure da adottare in fabbrica per la sicurezza dei lavoratori,
conclusa sabato notte, non c’è un accordo, ma un verbale di riunione,
proprio perché alcune delle visioni dell’azienda e del sindacato
per contenere il rischio di contagio da COVID-19 non erano condivise.
“Per tutta la delegazione sindacale, a livello prioritario e
per dare una risposta alla legittima paura dei lavoratori,
era necessario sospendere le produzione per una settimana e coprire i
lavoratori con gli strumenti straordinari individuati dal Governo,
cosa che abbiamo proposto – dice la Fiom – . O in alternativa predisporre
una diminuzione dei livelli produttivi che prevedesse 6 ore di
produzione e due da destinare al ripristino degli impianti e all’uscita in
sicurezza dall’azienda. <
Questo è un risultato importante, insieme al
fatto che la ripresa produttiva sarà sottoposta a verifica da
parte dell’autorità sanitaria e con una prima giornata di formazione,
che nelle intenzioni dell’azienda dovrebbe avvenire lunedì 16
marzo. Tuttavia, ancora nel tardo pomeriggio di
oggi, l’azienda non è in grado di garantire che questo
avvenga, perché non tutti i lavoratori sono
stati avvisati della tempistica per la ripresa”.