Il governo compra corazze negli Usa: tutta Terni si mobilita

corazze

Terni, 7 novembre 1906 – Il sindaco Vittorio Faustini aveva convocato per quel giorno una riunione urgente presso l’aula consiliare: giunta, consiglieri comunali, rappresentanti della Camera del Lavoro, dei partiti Socialista e Repubblicano, della Società dei Commercianti. Insomma una mobilitazione generale cittadina. C’era da protestare col governo di allora (uno dei governi Giolitti) che si apprestava ad ordinare una grossa fornitura di acciaio fuori dell’Italia, preferendo una ditta statunitense alla “Terni”. La fornitura riguardava le corazze per la nuova nave San Giorgio: un affare da cinque milioni di lire dell’epoca ( 21 milioni di euro). Il governo aveva promosso una gara di appalto per la fornitura di e la ditta americana Midvale aveva presentato un’offerta inferiore di 630mila lire rispetto a quella della Terni.

Corazze acciaierie di terni ai francesi?
Il reparto corazze alle acciaierie di Terni


Da qui la scelta. Ma la firma del contratto avrebbe portato forti danni all’economia ternana e per questo si promosse la mobilitazione. In quello stesso giorno circa tremila operai erano usciti dalla fabbrica fermando la produzione e in corteo erano giunti al municipio dove l’assessore repubblicano Giammari tenne un comizio.

La riunione dell’aula consiliare finì con la decisione di approvare un ordine del giorno in cui si protestava per la scelta del Governo e di inviare una delegazione per conferire direttamente col presidente Giolitti ed esporgli i problemi e le richieste della città.

Non mancarono le polemiche: i consiglieri socialisti Farini e Monicelli si astennero al momento del voto finale sul documento: il partito socialista attaccava spesso “i succhioni della Terni” accusati di ricattare il governo per avere facilitazioni e finanziamenti, istigando operai e città allo sciopero. Dubitavano che anche in quella occasione stesse accadendo la stessa cosa.