Coldiretti Umbria apre il fronte della lotta ai cinghiali

il 20 settembre danni cinghiali
battuta cinghiali

“Non è solo la pandemia da coronavirus oggi, a minacciare la sopravvivenza del mondo agricolo umbro: la proliferazione dei cinghiali che negli ultimi mesi ha raggiunto livelli insostenibile anche a causa delle restrizioni imposte, rappresenta un macigno che continua a gravare sulle attività di tante imprese”. La Coldiretti Umbria, che ha deciso di impegnarsi in nuove iniziative nell’ambito della mobilitazione contro l’emergenza fauna selvatica, intrapresa dall’organizzazione agricola.

“La forte e reale preoccupazione – ha sottolineato il presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti – è che la situazione nei prossimi mesi primaverili diventi esplosiva, con i cinghiali che già in questo periodo “sono al lavoro” nella loro opera di saccheggio e distruzione  delle campagne. Le conseguenze del covid – ha aggiunto Agabiti – si fanno sentire su tutto il tessuto produttivo, ma gli agricoltori da troppo tempo stanno lottando senza un efficace antidoto anche la battaglia contro gli animali nocivi, che azzerano semine, devastano terreni e recinzioni, compromettono i raccolti. I nostri imprenditori sono stanchi, scoraggiati e arrabbiati per un’emergenza che sembra non finire mai”.

È necessario – ribadisce Mario Rossi direttore Coldiretti Umbria – fare di tutto e prima possibile per arrestare le devastazioni su tutto il territorio regionale, che aggravano le già consistenti perdite dovute alla pandemia da coronavirus. L’insofferenza e la disperazione dei nostri agricoltori, costretti a vigilare anche di notte sulle proprie colture, è pienamente giustificabile, al pari del loro scoramento per l’insufficienza e lentezza dei risarcimenti, da evitare “a monte” con una prevenzione efficiente, utile anche a risparmiare pubbliche risorse. Gli agricoltori chiedono solo di poter legittimamente esercitare il proprio diritto al lavoro, senza doversi trasformare continuamente in “controllori” che tra l’altro poco possono contro la furia di interi branchi di cinghiali che scorrazzano a loro piacimento in tutta l’Umbria”.