Coldiretti umbra in allarme per l’aumento dei prezzi del carburante

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Le difficoltà dell’autotrasporto dovuto all’aumento dei prezzi del carburante fa effetto domino su spesa, imprese e  filiera alimentare. L’85% delle merci per giungere sugli scaffali viaggia su gomma e i prezzi di benzina e gasolio sono arrivati alle stelle: “Ci troviamo di fronte al rischio di speculazioni ma anche di mancanza di approvvigionamenti – avverta Coldiretti Umbria – Dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione è l’intera filiera alimentare che paga lo scotto di questa nuova emergenza”. 

Anche il settore di produzione agricolo deve fare i conti con il balzo dei prezzi energetici che mette a rischio coltivazioni, allevamenti e industrie di trasformazione. I costi del riscaldamento rischiano di spegnere le serre per la produzione di ortaggi e fiori e il caro gasolio di fermare i trattori nelle campagne. 

“Se si ferma o anche se rallenta qualcosa nel settore agricolo, anche solo un passaggio – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Umbria Albano Agabiti – rischiamo di aumentare la dipendenza per l’importazione di prodotti alimentari dall’estero. Siamo tra l’altro alla vigilia delle semine primaverili e i rincari insostenibili metteranno in grave difficoltà le lavorazioni. Tutto questo – ha proseguito Agabiti – a danno non solo di imprese e mondo agricolo, ma soprattutto a danno del consumatore per l’impatto devastante sulla filiera che dal campo arriva dritto alla tavola”. 

“Oltre ad intervenire per contenere il caro gasolio, – ha commentato il direttore di Coldiretti Umbria Mario Rossi – abbiamo il dovere di strutturare in Italia un piano di resilienza per sostenere l’agricoltura e di intraprendere un percorso mirato ad aumentare la produzione di cibo per recuperare spazio occupato dalle importazioni che in situazioni di tensioni internazionali come questa che stiamo vivendo mettono a serio rischio la sovranità alimentare. Oggi portiamo a casa un risultato molto importante, un primo passo, su questo fronte con la pubblicazione in gazzetta del decreto salva filiere made in Italy richiesto nella lettera appello della Coldiretti a Mario Draghi durante la mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia”. Dalla fine di novembre ad oggi “ci siamo trovati con la moltiplicazione dei costi di produzione, causati da scompensi internazionali – conclude Coldiretti – di cui per primi gli agricoltori fanno le spese