Città di Castello; ammazza il padre e si dà alla macchia

19 aprile 1876

Per quasi tre settimane aveva fatto perdere ogni traccia di sé un giovane di Città di Castello che la mattina del 31 marzo, aveva ammazzato il padre, il commerciante Filippo Puletti. Poi scappò, continuando a stringere in mano il coltello con cui aveva ferito mortalmente il padre, e minacciando i fratelli che volevano fermarlòo di far fare anche a loro la stessa fine.

Città di Castello parricidaDa quella mattina del 31 marzo Lazzaro Puletti era diventato un ricercato. Introvabile, sembrava. Evidentemente aveva trovato un buon nascondiglio. Ma non aveva fatto i conti, Lazzaro Puletti, col “solerte delegato di pubblica sicurezza signor A. Padovani – scriveva la Gazzetta d’Italia – che si adoperò alacremente per devenire all’arresto“ del parricida. “Cosa che gli riuscì di effettuare con l’aiuto dei reali carabinieri il 19 aprile, dopo sopportate molte fatiche e senza che per buona ventura si avessero a deplorare tristi conseguenze dell’arresto”.

Il tutto per die che “il fuggiasco fu scoperto in un fienile, ove era tenuto celato da manutengoli” e per sottolineare il fatto che, appena vistosi arrivare addosso i carabinieri, il giovane aveva estratto nuovamente il coltello per reagire. “Ma venne disarmato da un ben aggiustato colpo di moschetto menatogli sul braccio destro”, si compiaceva il corrispondente da Città di Castello della Gazzetta.

E così Lazzaro Puletti fini in carcere dopo essere stato per venti giorni uccel di bosco. E con lui furono arrestati anche cinque contadini che lo “avevano più volte ospitato e nascosto”.

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