Aggressioni agli operatori sanitari: in Umbria 130 denunce nel 2019

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130 aggressioni agli operatori sanitari delle Asl umbre sono state segnalate nel corso del 2019.  “Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, gli atti denunciati sono rappresentati da eventi con esito non severo – specifica l’assessore regionale alla Salute Luca Coletto – In genere le aggressioni più comuni sono perpetrate attraverso l’uso di un linguaggio offensivo. Va però sottolineato che spesso vi è una progressione nel comportamento violento che, partendo dall’uso di espressioni verbali aggressive, può arrivare fino a gesti estremi. E’ quindi molto importante che il comportamento violento sia evidenziato, riconoscendolo all’esordio e non sottovalutando anche gli eventi più contenuti, in modo da impedire l’escalation della violenza e interrompere il corso degli eventi”.

Intanto, però, l’escalation c’è stata nel numero degli episodi denunciati che furono 4 nel 2015, sono diventati 13 nel 2016, 20 nel 2017, 71 nel 2018, e appunto 130 nel 2019.

Il fatto è, come spiega Coletto, che “Gli operatori dei servizi sanitari durante la loro attività, sono esposti al rischio di subire atti di violenza, da parte di utenti e dei familiari che accedono ai servizi. Negli ultimi anni tale rischio sembra in crescita e rappresenta uno degli aspetti a cui gli operatori sono maggiormente sensibili relativamente alle criticità da loro espresse e inerenti alla sicurezza della propria attività professionale”.

Lo scorso 5 agosto è stato approvato il disegno di legge sulla sicurezza per gli operatori sanitari, e Coletto ricorda agli operatori che operano nelle aziende sanitarie e nelle strutture private accreditate umbre, che “la Regione ha già adottato le linee di indirizzo regionali con l’obiettivo di prevenire gli atti di violenza, stimolando così le Aziende Sanitarie ad elaborare programmi omogenei dedicati alla riduzione del rischio di violenza. Per la gestione del fenomeno le linee di indirizzo regionali prevedono che tutte le aziende abbiano un sistema di segnalazione degli atti di violenza a danno degli operatori”. “Il servizio sanitario regionale – precisa l’assessore – ha la responsabilità di tutelare la salute e la sicurezza sia dei soggetti che necessitano di cure, che del personale che vi opera. Non bisogna dimenticare che il personale sanitario è più esposto degli altri lavoratori ad episodi di violenza, dovendo spesso gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività, sia da parte del paziente che dei familiari, che possono trovarsi in uno stato di fragilità, frustrazione o perdita di controllo”. 

“Ogni episodio di aggressione a danno del personale sanitario –  conclude l’assessore Coletto – a prescindere dalla natura e gravità del danno occorso, deve essere tempestivamente segnalato, in quanto rappresenta un’indicazione chiara della presenza nell’ambiente di lavoro di fattori di rischio e vulnerabilità che richiedono l’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori”.